Arte nel periodo Edo: Ukiyo-e. Le stampe del mondo fluttuante

Quando si parla di Giappone tradizionale, a cosa si pensa di solito? Alle geisha, ai samurai e ai fiori di ciliegio. Chi ama l’arte, penserà anche alle stampe ukiyo-e e all’influenza che hanno avuto sull’arte occidentale, soprattutto sui pittori impressionisti, fenomeno conosciuto con il nome di japonisme (o giapponismo). Oggi quindi vi propongo un breve excursus su questa forma d’arte che nasce in epoca Edo e che tuttora continua a essere praticata. La mia non vuole certo essere una dissertazione scientifica, dal momento che non ne avrei le basi, parlo da semplice appassionata, basandomi principalmente su quello che ho studiato e che ho letto negli anni, anzi se notate qualche errore o incongruenza fatemelo notare che provvederò alle modifiche del caso. Cercherò di condensare il più possibile le informazioni, concentrandomi principalmente sulle origini e sul periodo d’oro delle stampe. Magari in futuro posso provare a fare qualche ulteriore approfondimento sull’arte contemporanea e sul giapponismo, non mettiamo limiti alla divina provvidenza!

PERIODO STORICO

Il periodo Edo (1600-1868) costituisce una lunga fase della storia  giapponese in cui il potere fu detenuto dalla famiglia Tokugawa che portò pace e stabilità al paese. Il periodo prende il nome dalla città di Edo, l’odierna Tokyo, e fu un’epoca che vide una grandissima diffusione della cultura popolare. La società Edo, come i libri di storia ci insegnano, era fortemente gerarchizzata, al vertice della piramide sociale troviamo i samurai, la casta di guerrieri che deteneva il potere, al secondo gradino c’erano i contadini, mentre in fondo alla scala troviamo gli artigiani e i commercianti, chiamati chōnin 町人, cioè gente (-nin 人) di città (chō 町). Al di sotto troviamo solamente quelli che oggi sono chiamati in maniera “politicamente corretta” burakumin, all’epoca chiamati eta (pieno di sporcizia) o hinin (non umano), ovvero i fuoricasta o paria giapponesi. I samurai, quindi, detenevano il potere politico, occupando cariche burocratiche e amministrative, mentre il potere economico, di fatto, era nelle mani dei commercianti e questa divisione si riscontra anche nelle arti: se da un lato i samurai cercano di tenere vivo il retaggio artistico ereditato dall’aristocrazia di corte, con un panorama artistico dominato dai pittori della scuola Kano, fondata da Kano Masanobu (1434-1530), che rifiutava lo stile monocromo di origine cinese preferendo uno stile più decorativo e policromatico che si evidenziava soprattutto nei paraventi e negli affreschi murali; dall’altro lato la sempre più ricca borghesia di città si allontanava dalla cultura ufficiale, sviluppandone una propria.

Paravento: albero con corvi (XIX sec.), realizzato nello stile della scuola Kano

E’ in questi anni che vediamo fiorire una ricca e variegata cultura popolare, lontana dai canoni estetici ufficiali, che porta alla produzione di importanti opere teatrali, artististiche e letterarie. I due mondi “simbolo” di questa cultura popolare erano i quartieri di piacere, istituiti alla fine del XVI secolo e il mondo del teatro kabuki, mondi legati a quello stile di vita disinibito ed edonistico definito ukiyo (mondo fluttuante). La cultura del “mondo fluttuante” nasce proprio a Yoshiwara, quartiere di piacere della città  di Edo, e riflette quelli che erano i gusti e gli interessi della gente comune, del popolo.

Ukiyo-e (浮世絵)

Il termine significa “immagini del mondo fluttuante” e designa il famoso genere di stampa artistica su blocchi di legno, che raggiunse l’apice della popolarità tra il XVIII e il XX secolo. Il successo di questa produzione artistica fu determinato dalla ricca  borghesia di città che richiedeva opere non più legate alle antiche tradizioni, ma rappresentative della società contemporanea e dei suoi costumi. I temi, pertanto, sono diversi da quelli classici della pittura giapponese, il cui repertorio rispondeva ai gusti della classe aristocratica e nel corso dei secoli aveva prodotto temi ed esecuzioni raffinate e convenzionali di paesaggi, fiori, animali e stagioni. L’attenzione degli artisti dell’ukiyo-e si sposta dal paesaggio agli uomini e la loro opera intende rappresentare il mondo e i vari aspetti della vita della popolazione della città e della cultura urbana.

Le origini delle stampe ukiyo sono rintracciabili nella prima commercializzazione dei testi stampati a inchiostro nero realizzati a blocchi xilografici, tecnica iniziata durante gli anni venti del secolo XVII; verso il 1650 i libri a stampa illustrati (e-hon) erano diventati un fenomeno di massa. Tra i primi esponenti del genere abbiamo Hishikawa Moronobu, primo artista a disegnare e pubblicare xilografie su foglio singolo (ichimai-e) di cui sfruttò ogni possibilità realizzando immagini dei quartieri di piacere e delle cortigiane, oltre a scene di vita quotidiana della borghesia della capitale. Le immagini sono disegnate a grandi tratti, uomini e donne delineati con linee spesse e paesaggi semplificati e le sue sono per lo più stampe monocrome (sumizuri-e). Molte delle sue stampe sono del tipo shunga, cioè le stampe erotiche. I soggetti, oltre a sono festività popolari e attività cittadine, sono soprattutto cortigiane e attori di Yoshiwara. Moronobu realizzò una serie di 12 immagini (Yoshiwara no karada, Il corpo di Yoshiwara) in cui rappresentò i divertimenti che si potevano trovare nelle case di piacere. La scuola di Moronobu dominò l’era Genroku (1688-1704) che coincise con la fioritura della prima cultura Edo.

Una stampa ukiyo-e non veniva creata da un solo artista, ma prevedeva l’opera di quattro persone: pittore, incisore, stampatore, editore.

Stampa shunga monocroma datata tra il 1670 e il 1680 (Hishikawa Moronobu)

Il disegno veniva eseguito dal pittore a inchiostro su carta trasparente che veniva poi incollata sul blocco di legno di ciliegio (la matrice base). L’incisore quindi intagliava il legno secondo le linee di disegno. La matrice fondamentale era stampata in nero, venivano poi tirate un certo numero di copie che servivano all’artista a indicare i vari colori. Prove che poi tornavano all’intagliatore che realizzava le altre matrici, una per ogni colore, mentre la carta per la stampa veniva prima applicata sul blocco che riproduceva il solo disegno, poi sui blocchi impregnati dai diversi colori. La carta per le stampe doveva quindi essere molto resistente e con un ottimo potere assorbente: la migliore era quella ottenuta dal gelso. L’inchiostro o il colore veniva sparso direttamente sulla matrice e l’impronta si otteneva frizionando il rovescio del foglio con un tampone.

Fino alla metà del XVII secolo le stampe ukiyo-e erano del tipo sumizuri-e, cioè monocrome. In seguito furono colorate manualmente di rosso-arancione con il minio (tan) e furono chiamate tan-e. Questo tipo di colorazione durò dal 1680 al 1710, quando fu sostituito da una colorazione più avanzata che usava un colore rosa vegetale (beni-e). Da questo tipo di stampe si sviluppò verso il 1740 l’urushi-e (pittura di lacca) cui veniva conferito un aspetto brillante al colore nero tramite l’applicazione di un tipo di colla cui talvolta erano mescolate polveri metalliche per ottenere un effetto nero-lacca. Nello stesso periodo apparvero le prime stampe policrome dette benizuri-e il cui colore principale era il rosa, di solito combinato con verde, il giallo e l’azzurro. Da questo tipo di stampe che utilizzavano due o tre matrici colorate si passò nel 1765 alla ricca policromia delle nishiki-e (pittura di broccato), che costituisce l’apice della tecnica xilografica. Il padre delle stampe nishiki-e viene considerato Suzuki Harunobu (1724-1770), che diede un notevole impulso allo sviluppo e alla diffusione delle stampe ukiyo dipingendo una grandissima varietà di soggetti.

La fine del XVIII secolo rappresenta l’età dell’oro delle stampe ukiyo-e, principale esponente di questo periodo fu Torii Kiyonaga, il quale inizialmente si dedica alle stampe con soggetti teatrali (yakusha-e), poi raggiunge la popolarità grazie alle sue composizioni su fogli singoli e plurimi, dal tratto preciso e accurato, raffiguranti il mondo dell’uomo comune di Edo: giovani per le strade, negozi e case da tè della città. Ottenne successo anche per  le immagini di belle donne (bijin-ga), le cortigiane che diventano i suoi soggetti preferiti idealizzandone le proporzioni e inserendole in paesaggi aperti e realistici. Le sue composizioni si presentano sotto forma di dittici e trittici, con sfondi di vedute di Edo.

Bijin-ga di Utamaro raffigurante tre donne

Nell’era Kansei (1789-1801) la stampa raggiunge il suo apogeo e maestro dell’epoca fu Kitagawa Utamaro (1753-1806). Come altri artisti, anche Utamaro iniziò la sua carriera disegnando illustrazioni per locandine teatrali e ehon. Dopo essersi associato al noto stampatore Tsutaya Josaburo, che risiedeva ai margini del quartiere delle case di piacere, cominciò ad indirizzare la sua attenzione alle prostitute: le sue bijin-ga sono famosissime: l’artista cerca di superare l’immagine convenzionale della femminilità creata dai suoi predecessori cogliendo le sfumature più nascoste della personalità femminile. Utamaro contribuì anche tecnicamente all’arte della stampa a colori: perfezionò e rese popolari le nuove incisioni a sfondo giallo (kizuri) e grigio (nezumi-tsubushi), anche se l’innovazione più importante fu l’introduzione dello sfondo in mica (kira-e) che dava alle sue stampe una luminosità particolare. Questo sfondo si otteneva macinando il minerale e cospargendolo sul foglio, quando poi la sostanza veniva fissata si imprimeva insieme al disegno: l’effetto era quello di un immagine che si stagliava su sfondo opalescente evidenziandone ogni dettaglio.

Verso la fine del periodo Edo, fu la scuola Utagawa, fondata da Utagawa Toyoharu (1735-1818), a dominare il mercato dell’incisione grazie al suo stile vivace e sgargiante. Toyoharu compì i suoi primi studi con un maestro della scuola Kano per poi trasferirsi a Edo tra il 1760-70. Si interessò alle uki-e, le scente interne in prospettiva, divenendo uno dei primi artisti ukiyo-e a specializzarsi nel genere: introdusse la prospettiva occidentale nel paesaggio giapponese, creando una nuova forma di uki-e e dando alla pittura paesaggistica nuove attrattive. Le sue realizzazione più notevoli furono i paesaggi che si ispirano alle incisioni olandesi, eseguiti con una conoscenza ammirevole della prospettiva e una precisione tecnica che non aveva eguali. Non si dedicò soltanto a paesaggi ma anche ai soliti soggetti del teatro e le cortigiane.

I grandi maestri delle stampe paesaggistiche

Katsuhika Hokusai (1760-1849),fu un  allievo della scuola di Katsukawa Shunsho, specializzandosi, inizialmente, nelle stampe di cortigiane e attori di Kanuki, solo in seguito si dedicò alle stampe paesaggistiche. Le sue prime stampe, che ritraevano attori di teatro, furono pubblicate con il nome di Shunro, in omaggio al suo maestro. Quando poi Shunsho morì nel  1793, Hokusai approfondì lo studio di nuovi stili: si interessò alla pittura della scuola Kano e a quella della scuola Torii, così come alla pittura occidentale e a quella cinese. A causa di questo, venne espulso dalla scuola Katsukawa e, dopo aver adottato il nome Hokusai, cambiò i soggetti delle sue stampe, abbandonando i ritratti tradizionali di cortigiane e attori e concentrandosi invece sui paesaggi e sulle scene di vita quotidiana del popolo giapponese, a tutti i livelli sociali. Tra il 1815 e il 1878 pubblicò i famosi manga, raccolte di schizzi di vario genere (ne furono pubblicati 15 volumi, di cui 3 postumi) messi insieme in un lungo arco di tempo che propongono i soggetti più disparati. Mentre tra il 1823 e il 1834 realizzò i suoi capolavori: Le Trentasei vedute del Fuji, Cascate nelle varie province, Mille vedute ddel mare, Otto vedute delle Isole Ryukyu.

Fuji rosso, dalla serie Trentasei vedute del Fuji.
Fuji rosso, dalla serie Trentasei vedute del Fuji.

La serie delle Trentasei vedute del Fuji si compone di 46 stampe chee ritraggono meravigliosi paesaggi di coste, mari, laghi, torrenti, cascate tenendo sempre presente sullo sfondo la sagoma del Fuji. Di sicuro il più famoso è La grande onda di Kanagawa. Come si è visto nello sviluppo delle stampe ukiyo-e, agli inizi il paesaggio costituiva solo un elemento di sfondo, preferendo concentrare l’attenzione sulle immagini di belle donne, cortigiane e attori e con Kiyonaga il paesaggio torna a essere un elemento a sé stante, ma soltanto con Hokusai i paesaggi del Giappone divengono i protagonisti assoluti delle stampe.

Utagawa Hiroshige (1797-1858) fu allievo di Utagawa Toyohiro, studiò anche lo stile della scuola Kano e si dedicò allo studio della prospettiva e dello stile occidentale. Anch’egli cominciò la sua carriera realizzando bijin-ga (stampe di belle donne) e yakusha-e (ritratti di attori del Kabuki) e fino al 1828 continuò a seguire la tradizione ukiyo-enon ottenendo però molto successo, che arrivò soltanto nel 1831 grazie alla realizzazione dei Luoghi famosi della capitale orientale, una serie di 10 stampe in cui ritrasse i punti più famosi di Edo visti da angolature particolari: in questa serie si nota l’influenza dell’opera di Hokusai. Nel 1832 Hiroshige si unì a una delegazione di ufficiali dello Shogun in visita alla corte imperiale e il suo viaggio lungo la Tokaidō, la principale arteria di collegamento tra Edo e Kyoto, ispirò la sua opera più famosa: Le cinquantatré stazioni della Tokaidō. L’atmosfera dei suoi paesaggi e lo stile caratteristico appaiono in tutta la sua forza, mentre rappresenta il ciclo delle stagioni e la vita della gente.

Altre sue importanti opere sono le serie Sessantanove stazioni della Kisokaidō e Cento vedute famose di Edo. Si cimentò anche nelle stampe di fiori e uccelli. La bellezza dei paesaggi è resa da una linea fluida e essenziale e il suo stile è caratterizzato dall’uso di colori vivaci e dall’attenzione agli eventi atmosferici e stagionali.

BREVE SELEZIONE BIBLIOGRAFICA (in italiano)

  • Stampe giapponesi: le immagini del mondo fluttuante. Roni Neuer, Herbert Libertson, Susugu Yoshida; a cura di Gildo Fossati; con la collaborazione di Stephanie Kiceluk. Edito da Mondadori, 2001
  • Stampe e pitture: l’ukiyoe dagli inizi a Shunsho. Luigi Brea Bernabò, Eiko Kondo. Edito da Sagep, 1979
  • Ukiyo-e. Utamaro, Hokusai, Hiroshige. Morena Francesco. Edito da Giunti Editore, 2007
  • Hokusai. Morena Francesco. Edito da Giunti Editore, 2010
  • Hiroshige. Il maestro della natura. Gian Carlo Calza. Catalogo della mostra tenutasi a Roma nel 2009
  • Ukiyo-e. Il mondo fluttuante. Gian Carlo Calza. Catalogo della mostra tenutasi a Milano nel 2004
Daniela

Yamatologa per caso, traduttrice per passione, sognatrice di professione. Un vita in bilico tra Roma e il Giappone, e una passione per la fotografia, la cucina, i libri e i gatti.

9 Comments
  1. Semplicemente fantastico. È esattamente il materiale che non riuscivo a trovare per la mia tesina ed è fatto divinamente. Esauriente, completo ma non discorsivo. Lavoro perfetto. Grazie mille per averlo condiviso e complimenti!
    Kirin

      1. Un ottimo lavoro. Ho acquistato recentemente un’incisione giapponese originale
        del periodo Ukiyo. Posso mandarle delle foto per avere un suo parere?
        La ringrazio per la cortese attenzione

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