Saliamo sul nostro shinkansen molto presto, questa mattina: è il nostro ultimo giorno in Giappone, e non vogliamo perdere neanche un minuto di tempo. Osserviamo lo scorrere del paesaggio dal finestrino (e per la prima volta durante il viaggio, riusciamo a sederci vicino! Shinjirarenai! Non ci posso credere!), quel paesaggio che oscilla tra metropoli e natura, ormai così familiare, che ci stiamo lasciando alle spalle.
Tokyo. Bellissima, e affascinante. Una città che non mi stancherei mai di girare, vivere, respirare. Mi manca tremendamente.
E Tokyo non è stata la nostra meta principale durante questo bellissimo viaggio, le abbiamo dedicato poco tempo per scelta, per vivere altre parti del Giappone, ma comunque è una metropoli che ti resta dentro, che ti lascia un segno, profondo e indelebile. Ho pensato molto a cosa fare durante il nostro ultimo giorno, volevo imprimere nella mia mente per bene ancora una volta le immagini di questa città, immagini che conserverò fino al prossimo viaggio.
Comunque, alla fine, ci siamo dedicati a un’attività prettamente “familiare”: è domenica mattina, e noi siamo andati allo Zoo di Ueno.
Lo so, mi si potrà obiettare che con tutte le cose che ci sono a Tokyo, proprio allo zoo dovevamo andare? E che ci posso fare, gli zoo esercitano su di me un fascino particolare, è stato come tornare un po’ bambini, abbiamo girovagato come pazzi alla ricerca dei due panda giganti (Li Li e Shin Shin) e degli altri animali. Mi sono divertita ad osservare le famiglie in gita con i bambini, i loro sguardi stupiti, le spiegazione dei genitori, le macchinette fotografiche e i bento per pranzare fuori. Una classica domenica al parco, come se ne possono vedere in tutte le città del mondo, come a Roma, a Villa Borghese e al Bioparco, le stesse scene, gli stessi sguardi pieni di stupore.
Camminiamo tantissimo, senza mai stancarci: lo zoo, inaugurato nel 1882 è il più antico del Giappone ed è davvero enorme, impieghiamo parecchio tempo a girarlo, anche se la cosa non mi dispiace affatto. Gironzoliamo un po’ anche per il parco, che è ricco di attrattive e musei, ma noi stavolta ci limitiamo solo a goderci la passeggiata nel verde.
Lasciamo Ueno, e dopo aver mangiato qualcosa, torniamo per un ultimo giro tra Harajuku e Shibuya, ché ci mancano ancora gli ultimi omiyage (souvenir) da comprare.
Ed eccoci a Harajuku, la famosa zona dei giovani e della moda, dove ci ritroviamo all’improvviso sopraffatti dalla folla: infatti, siamo capitati nel bel mezzo di un matsuri estivo, lo Harajuku Omotesando Genki Matsuri!
Il festival è dedicato a un tipo di danza chiamata yosakoi, originaria della città di Kochi, che combina lo stile delle danze Awa Odori con musica contemporanea giapponese, per un effetto finale a dir poco spettacolare! Sul palco si sono esibiti diversi gruppi di danzatori, quindi abbiamo potuto assistere a diversi balli. E’ stato veramente molto divertente, un caleidoscopio di musica e colori, un bellissimo regalo per la nostra ultima giornata qui!
Facciamo i nostri ultimi giri tra le vetrine glam di Omotesando, e la follia di Takeshita doori, poi riprendiamo la strada verso l’hotel, è ora di decidere dove trascorrere la serata.
Ci sono tanti dove potremmo andare, eppure alla fine decidiamo di tornare ad Asakusa. Ricordate? E’ stata la nostra prima tappa di questo viaggio spettacolare su e giù per il Giappone, e avevo tantissima voglia di salutare il Sensoji: alla fine è stato un po’ come chiudere il cerchio.
Siamo tornati al nostro localino di Nishi Asakusa a fare una scorpacciata di okonomiyaki e yakisoba: seduti a terra, la piastra roverente davanti a noi, il ventilatore che sposta solo aria calda e le nostre Yebisu alla spina fredde: la nostra estate, il nostro bellissimo viaggio. Ciao, Tokyo.
おわり
Anch’io sono andata allo zoo di Ueno! La trovo una cosa così romantica, da coppietta (ho visto troppi drama giapponesi, lo ammetto). Che tristezza la fine di un viaggio… Terminare a Tokyo però è impagabile, poter “salutare” i posti che si adorano, tornare al punto di partenza e chiudere il cerchio. Bellissimo viaggio, bellissimo racconto.
Vero? Anche a me piacciono tanto gli zoo! 🙂 Sì, la fine di un viaggio è sempre ricca di malinconia e scrivere questo diario mi è servito tanto, per riportare alla mente quelle sensazioni e quei ricordi. Ti ringrazio tanto di avermi seguito in questa avventura! 😀