#3cosegiapponesi di febbraio

Febbraio corto e amaro. Già, decisamente uno dei mesi dell’anno che amo di meno, di cui apprezzo in pratica solamente i dolci di Carnevale (neanche il Carnevale, che non mi è mai stato particolarmente simpatico), ma finalmente è finito, e con esso iniziamo a lasciarci l’inverno alle spalle. Marzo mi è già più simpatico, per quell’aria di primavera che promette, per le giornate più lunghe e la voglia di uscire che ritorna, dopo il letargo dei mesi più freddi. E come saprete, marzo in Giappone vuole dire fine dell’anno fiscale, il mese in cui ci si ritrova a fare tutti i conti con l’anno appena trascorso:  il mese dei bilanci, il mese in cui ci si appresta a chiudere un capitolo della propria vita (lavorativo, scolastico) per iniziarne un altro ad aprile, che invece rappresenta il mese dei nuovi inizi, dei rinnovamenti, così magicamente simboleggiato dalla fioritura dei ciliegi. È la primavera che avanza, e con essa un nuovo capitolo.

三寒四温 [sankan shion], tre giorni di freddo, quattro giorni di caldo, così arriva la primavera, ci dice Laura. Una descrizione di certo molto appropriata per questo mese, in cui l’alternanza freddo-caldo, bella giornata e giornata di pioggia, ci accompagnerà fino a quando la primavera non si farà definitivamente strada.

EVENTI

 

La mostra è terminata a fine febbraio, ma devo dire si è trattato di uno degli eventi dedicati al Giappone più interessanti visti negli ultimi tempi: sto parlando di The Japanese House, mostra che si è svolta presso il Museo Maxxi di Roma dal 9 novembre al 26 febbraio. Le mostre di architettura, a mio parere, non sono sempre facili da seguire o particolarmente intelligibili per non i addetti ai lavori, invece devo dire questa si è rivelata molto interessante nella sua semplicità di spiegazione e allestimento, senza risultare semplicistica.

La casa in Giappone attraverso 80 progetti, dal dopoguerra ad oggi, per una panoramica completa su come si è sviluppato il concetto di casa e di spazio urbano in Giappone. Dagli spazi ampi e aperti delle case tradizionali, in cui i pannelli che scorrono permettono di mettere in comunicazione lo spazio interno con quello esterno, agli spazi ridotti all’osso e claustrofobici delle capsule abitative (come il famoso Nakagin Capsule Tower di Ginza).

“Scorre incessante il fiume, seppure l’acqua non sia mai la stessa. Nello stagno, la spuma ora svanisce e ora si forma, senza restare a lungo: così al mondo sono gli uomini e le loro abitazioni”

Una delle mie citazioni preferite, che mi trasmette il senso di movimento inarrestabile, di un qualcosa che non può mai essere uguale a se stesso, in cui non si può fare a meno che andare avanti. Esattamente come lo spazio urbano. Basta guardare Tokyo, una città mai uguale a se stessa e in perenne movimento, in cui luoghi che oggi ci sono familiari, fra qualche anno probabilmente non ci saranno più. Una cosa che può sembrarci molto triste, a noi così profondamente attaccati alle nostre origini, alle nostre cose, ma che riflette quel senso di impermanenza fondamentale nella pratica buddhista.

BOOKS

Questo ultimo periodo sono stata poco presente nelle mie diverse attività online, e mi dispiace avere un po’ trascurato una delle iniziative a cui tengo maggiormente: parlo del primo bookclub dedicato al Giappone e portato avanti insieme alle amiche e colleghe blogger Michela, Anna Lisa, Stefania e Nicoletta. Ma non disperate, a marzo infatti si torna a parlare di letteratura giapponese con #LibroGiappone. La lettura di questo mese sarà strettamente legata al tragico terremoto del Tōhoku del 2011, di cui quest’anno ricorre il sesto anniversario: Radio Imagination di Seikō Itō, romanzo pubblicato nel 2013. Inizieremo a commentarlo sui social a partire proprio dall’11 marzo, per ricordare il terremoto e tsunami che hanno colpito la costa nord-orientale del Giappone, per poi proseguire per tutto il mese di marzo. Siete ovviamente invitati tutti a partecipare con i vostri commenti e contributi, trovate i dettagli a questo post.

LIFE

Questo simbolo quasi sicuramente lo conoscete, si tratta del maternity mark 「マタニティマーク」che viene dato a tutte le donne giapponesi incinta e che possono attaccare alla propria borsa in modo da poter avere priorità nelle file o un posto libero sui mezzi pubblici (soprattutto nei primi mesi, quando la pancia ancora non è molto visibile). In Italia non esiste nulla di tutto ciò (purtroppo), quindi dal momento che il mio pancino è ancora poco visibile, mi faccio tutte le file e i percorsi in metro in piedi, vedremo cosa succederà più avanti 🙂

E quindi niente, con questa immagine ho voluto “annunciare al mondo” la novità di questi ultimi mesi, che mi ha vagamente distratta dai miei compiti di brava blogger (e per il momento mi ha portata a rimandare i progetti cui stavo lavorando per migliorare il blog, ma sono solo sospesi eh!). Il mio non è un blog personale, non vi racconto della mia vita, né tutto quello che mi capita nelle mie giornate, ma mi piace parlarvi di un solo argomento che conosco un po’ (mai abbastanza), che è appunto il Giappone, ma ovviamente anche in questo c’è molto di me, e spero che si percepisca anche negli articoli più meramente divulgativi e culturali; quindi anche se leggermente “fuori tema” non potevo non condividere con voi che mi seguite ormai da tanto tempo questa importante novità della mia vita.

Dunque anche per questo mese è tutto, per marzo arriveranno nuovi articoli dedicati al viaggiare in Giappone, in particolare non vedo l’ora di portarvi alla scoperta della Nakasendo, l’antico percorso che metteva in comunicazione Tokyo e Kyoto passando per le montagne giapponesi, e vorrei dedicare un nuovo articolo alla mia (adorata) cucina giapponese, se ovviamente c’è qualche ricetta che desiderate scoprire o provare, non esitate a farmelo sapere 🙂

Alla prossima!

Daniela

Yamatologa per caso, traduttrice per passione, sognatrice di professione. Un vita in bilico tra Roma e il Giappone, e una passione per la fotografia, la cucina, i libri e i gatti.

4 Comments
  1. Danyyy! Congratulazioni!
    Leggendo il post ho intravisto il マタニティマーク e mi sono subito emozionata 🙂 Sono davvero felice per te.

    Nemmeno io sono una grande fan di febbraio: Natale è passato da un pezzo, la primavera ancora non si vede, è un mese appeso lì in mezzo in cui mi sento sempre in attesa di qualcosa. Ma finalmente è arrivata qualche giornata di sole anche a Londra e tutto sembra ricominciare a muoversi, con novità e cambiamenti in vista.

    Ti auguro un bellissimo inizio di primavera, un abbraccio cara!

    P.s. E mi piace tantissimo il tuo modo discreto e delicato di parlare della tua vita personale sul blog.

    1. Grazie mille Elena!! ^_^
      Non sono un’amante dei mesi invernali e cominciare a rivedere gli alberi fioriti e le giornate di sole migliora nettamente il mio umore! 🙂
      Un buon inizio primavera anche a te e grazie ancora per le belle parole 🙂

  2. Mi piace molto la nuova impostazione del sito. Sempre interessanti i contenuti, e la passione di chi li scrive. Grazie!
    Meravigliosa la foto dell’uccellino. Che uccello è? Quel tocco di violetto è splendido!

    1. Grazie mille, e benvenuto/a da queste parti 🙂
      Quella foto è tratta da Internet, ma onestametne non ricordo da quale sito perché l’avevo salvata un annetto fa, comunque nella foto dovrebbe esserci un usignolo. E’ una foto davvero molto bella a mio parere!
      A presto!

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