Koromogae 衣替え: del cambio di stagione

Benvenuto mese di giugno, ormai l’estate è sempre più vicina, anche se non si direbbe visto il tempo degli ultimi giorni! Comunque, sta per iniziare la stagione del mare, delle lunghe giornate di sole, dei gelati e dei fuochi d’artificio sulla spiaggia. Quest’anno è stato fin troppo piovoso e umido per i miei gusti, direi che è finalmente ora di iniziare a scaldarsi, no? (parlò colei che tra un paio di settimane inizierà a lamentarsi del caldo afoso)
Dunque, come ormai avrete imparato, in Giappone il senso delle stagioni è molto forte e radicato e, per certi versi, “istituzionalizzato”, perciò anche le cose più semplici e banali, come può essere il cambio di stagione, diventano momenti quasi sacri e strettamente legati alle tradizioni.衣替え

Quindi che succede oggi? Il primo di giugno (e il primo di ottobre per il cambio di abiti invernali) è il giorno prefissato per il koromogae 衣替え o 更衣, cioè il cambio di abiti in base alla stagione. Koromo  è un termine che significa vestito (anche se un altro significato è quello di pastella per tempura :P); gae, invece, viene dal verbo kaeru  替える, che significa cambiare. Letteralmente dunque significa “cambio di abiti” ed è una parola che fa appunto riferimento al cambio di stagione, quella simpaticissima attività che ci porta a tirare fuori dall’armadio magliettine, vestiti leggeri e costumi, e a riporre in un angoletto maglioni di lana pesanti, ma anche a ritrovare vestiti che ormai davamo per dispersi, jeans in cui non entriamo più dal lontano 1998, e magliette che mai e poi mai avremmo voluto rivedere.
Quante emozioni in un’attività così semplice, eh?

Tornando ai nostri amici giapponesi, secondo la tradizione il 1 giugno è la data prefissata per iniziare a indossare gli abiti estivi, e si tratta di un’usanza, di origine cinese in realtà, che affonda le sue radici in epoca Heian (794-1185). Sin da allora il koromogae, che viene da un’usanza cinese chiamata koi   更衣, si faceva in due periodi dell’anno: fine aprile-inizio maggio e fine ottobre-inizio novembre, e questa pratica di fatto segnava il cambio della stagione. Ma alla corte Heian il cambio non riguardava solamente l’abbigliamento, ma anche il mobilio, che doveva adattarsi alla nuova stagione. In epoca Meiji questa tradizione viene quindi codificata ed estesa a tutta la popolazione giapponese.

Stampa di Kitagawa Utamaro. Donne che fanno il cambio di stagione.
Stampa di Kitagawa Utamaro. Donne che fanno il cambio di stagione.

koromogaeL’usanza oggi è ancora sentita e in tutte le scuole, le aziende e i luoghi in cui si utilizza l’uniforme si segue questa tradizione imponendo il cambio di uniforme da invernale ad estiva proprio in questa data.

Io, che soffro il caldo e sono molto ottimista, mi sono portata avanti col lavoro e sono già due mesi che ho fatto il cambio di stagione (anche se nel mio armadio tende a svilupparsi il caos, e i costumi si mischiano ai maglioni di lana). E voi l’avete già fatto il cambio di stagione? Quante cose che non mettete più avete ritrovato? Oppure anche nel vostro armadio vige il caos?

Buon inizio di giugno e buon cambio di stagione a tutti! 🙂

Daniela

Yamatologa per caso, traduttrice per passione, sognatrice di professione. Un vita in bilico tra Roma e il Giappone, e una passione per la fotografia, la cucina, i libri e i gatti.

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