Prendi un sabato mattina di febbraio, uno dei più freddi mai registrati a Roma, dove si è vista la NEVE, evento che accade ogni 1000 anni.
Sveglia alle 6, colazione veloce con un occhio aperto e uno chiuso, buttando uno sguardo al meteo per capire la situazione in città, restauro (mica vorrai presentarti con quella faccia lì, no?) e poi via, di corsa a prendere la metro fino a via Emanuele Filiberto, appuntamento all’Hotel Best Western The President con un gruppo di 25 studenti di una scuola privata di Nagoya per un tour di tre ore in giro per la Roma innevata.
Iniziamo con una lunga passeggiata fino a Fontana di Trevi, per una volta senza turisti, bianca e immacolata, come se stesse solo aspettando noi. Il tradizionale lancio della monetina, con gli occhi pieni di felicità e di speranza per un ritorno futuro, e poi una tappa in gelateria (?), ché noi il freddo lo affrontiamo con il gelo… be’, loro, io mi sono tuffata su un cappuccino fumante…
Poi di nuovo via verso il Pantheon, la piazza della Rotonda è avvolta da un silenzio irreale e ovattato, ma noi siamo di corsa, abbiamo giusto il tempo di scattare qualche foto ricordo.
Una passeggiata per via del Corso, e poi verso Piazza di Spagna risalendo lungo via Condotti. Le vie dello shopping di Roma sono solitarie, illuminate dalla bellissima luce del mattino. Una foto dall’alto di Trinità dei Monti e si scende, ripercorrendo a ritroso il percorso già fatto.
I piedi umidi per via della strada ricoperta di ghiaccio e neve, un freddo pungente che fa male al viso, e il ricordo di una bellissima mattinata. Le risate cristalline e divertite delle ragazze giapponesi, le loro chiacchiere allegre e il dispiacere di sapere che di lì a poco sarebbero dovute tornare alla loro realtà quotidiana. E io non posso che ringraziarle per i loro graditissimi omiyage.
Soprattutto questo: il kairo (懐炉), un meraviglioso scaldamani che si compone di una polvere di carbone chiusa in un involucro che a contatto con l’aria si scalda e il suo effetto dura circa 8 ore. Sono le due confezioni in alto, quella bianca più grande e quella rossa. Inutile dire che sono stati ampiamente consumati, peccato solo che in Italia sia così difficile trovarli! Il set di omiyage includeva anche un tenugui 手拭い (il tradizionale asciugamano giapponese di cotone) e una serie di bustine di misoshiru.
E a me ormai rimane solo il ricordo di questa mattinata speciale, avvolti dalla neve, a Roma.