[Fotocronaca Giappone 2013] Dalla montagna al mare: destinazione Miyajima

Stamattina sveglia alle 5.30: ci aspetta la cerimonia buddhista del mattino! La nostra è una vera e propria levataccia, saremmo quasi tentati di lasciar perdere e tornare ai nostri amati futon (mai dormito così bene!), ma dopo aver fatto tanta strada per arrivare fino a qui è un peccato sprecare quest’occasione. E comunque, alle 7 ci avrebbero portato la colazione!

Dunque, scendiamo nella sala della preghiera e ci uniamo al resto degli ospiti del tempio. La cerimonia consiste nella recitazione dei sutra buddhisti, cantati in una sorta di litania davanti all’icona del tempio. Nel corso della cerimonia officiata dai monaci, ognuno dei partecipanti è chiamato a inchinarsi e pregare davanti l’altare (sì, anche noi!), gettando un po’ di cenere nell’incensiere. Il tutto è stato piuttosto suggestivo. La cerimonia è durata circa un’ora, e alla fine di questa i monaci ci hanno mostrato i tesori conservati al tempio. Non potevamo fare foto e riprese, ma per darvi un’idea vi allego di seguito un video:

La cerimonia a cui abbiamo preso parte è la prima, quella cantata per intenderci. La seconda, cioè la cerimonia del fuoco gomagyō, non si svolgeva nel nostro tempio. Peccato, perché doveva essere molto bella!

Finita la cerimonia, siamo tornati in camera per la colazione. Ecco, se la cena non mi aveva particolarmente entusiasmato, ad eccezione di alcuni piatti, la colazione è stata peggio!

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Mi spiace, io ci ho provato, ma la cucina vegana-buddhista non fa proprio per me! Salutiamo la nostra stanza e il bellissimo tempio che ci ha ospitato: mi dispiace lasciare questo luogo incantevole, ma nuove avventure ci attendono! E soprattutto molti treni davanti a noi! Ma prima, un ultimo saluto al meraviglioso giardino.

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Le bellissime geometrie del giardino

Siamo di nuovo in viaggio, la prossima tappa è Hiroshima.

A-bomb Dome
A-bomb Dome

Anche stavolta il viaggio è piuttosto lungo, cambiamo due treni per arrivare a Osaka, poi ci muoviamo a Shin-Osaka dove prenderemo lo shinkansen che ci porterà a Hiroshima in un’ora e mezza.

Hiroshima. Basta la sola parola a evocare immagini di terrore, morte, devastazione. Era il 6 agosto del 1945, quando la città fu completamente rasa al suolo dalla prima bomba atomica della storia. Una tragedia immane, che oggi viene costantemente ricordata grazie al Parco della Pace 平和記念公園.

La città è letteralmente risorta dalle sue ceneri, e oggi ci ritroviamo in una cittadina portuale piena di vita, forse un po’ anonima, come la maggior parte delle città giapponesi, ma comunque piacevole da visitare. Il nostro hotel è situato molto vicino al Parco della Pace, quindi come prima cosa ci dirigiamo lì.

Cenotafio
Cenotafio dedicato alle vittime del bombardamento atomico
Il monumento ai bambini
Il monumento ai bambini
Restituiteci i padri, restituiteci le madri
Restituiteci gli anziani
Restituiteci i figli
Restituitemi me stesso
Restituitemi tutta l’umanità a me unita
Finché dura questo mondo dell’uomo
Restituiteci la pace
La pace che non ha fine
Toge Sankichi – hibakusha (1917-1953)

 

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Questo della foto è il Museo della Pace, realizzato nel 1955 su progetto di Kenzo Tange per ricordare l’olocausto nucleare subito dalla città. L’interno del museo è suddiviso in due parti: nella prima, di carattere storico-scientifico viene ricostruita la storia della città di Hiroshima prima e dopo il bombordamento atomico, nonché le vicende che hanno portato al lancio della bomba, agli altri obbiettivi presi in considerazione e ai motivi che hanno portato alla scelta strategica della città di Hiroshima. La seconda parte del museo, quella sicuramente più devastante, è quella dedicata alle testimonianze delle vittime e agli effetti delle radiazioni. E’ impossibile, credo, uscire da quel museo senza rimanerne profodamente scossi.
RICOSTRUZIONE DELLA ZONA DELLA CITTA’ COLPITA DALLA BOMBA, PRIMA E DOPO
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All’interno del museo

La visita al museo ci lascia completamente annichiliti e sconvolti, è destabilizzante ritornare là fuori, alla luce del sole e accorgersi che nonostante tutto la vita va avanti.

E’ pomeriggio ma abbiamo ancora molto tempo davanti a noi, così decidiamo di anticipare la visita a Miyajima che pensavamo di fare l’indomani! Torniamo alla stazione di Hiroshima e prendiamo il treno verso MIyajima-guchi, dove prenderemo il traghetto che in pochi minuti ci porterà sull’isola!

Destinazione Miyajima
Destinazione Miyajima

Odore di salsedine: non pensavo mi sarebbe mancato così tanto, il mare.

Ormai sta calando la sera, e l’isola sembra immersa in un silenzio profondo: non c’è la ressa di turisti, i negozi stanno iniziando a chiudere, le uniche presenze che si notano in giro sono i cervi che, pacifici, vanno in cerca di cibo.

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Passeggiamo un po’ sul lungomare e arriviamo al celebre torii rosso gigante, in Giappone annoverato come uno dei tre paesaggi più belli del paese (e in effetti, come dar loro torto? La luce serale, poi, conferisce al torii un aspetto magico).

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Il tempio di Itsukushima di sera: ovviamente non abbiamo potuto visitarlo, ma anche visto da fuori ha un suo fascino particolare.

Se penso che questa mattina eravamo a 900 metri di altitudine a pregare in un tempio, e ora invece ci troviamo al mare, circondati da cervi mi sembra incredibile.

Giriamo ancora un po’ l’isola, è quasi ora di cena ma prima di lasciarla, ci concediamo la specialità del luogo: i celebri momiji manjū, i dolcetti a forma di foglia d’acero, tipici dell’isola, e con vari ripieni: dal classico anko, al cioccolato, al tè verde, alla crema. Buonissimi!

Foto tratta dal web
Foto tratta dal web

Poi ci fermiamo in uno dei pochi ristorantini ancora aperti per provare la celebre okonomiyaki Hiroshima-style, quella con gli yakisoba, per intenderci. La signora del ristorante neanche ci ha chiesto cosa volessimo: ci ha fatto sedere e in qualche minuto ci ha portato due super piatti che sono stati spazzolati in un attimo!

Aspettiamo il traghetto che ci riporterà a Hiroshima: anche questa giornata è stata incredibilmente ricca, venire a Miyajima di sera per certi versi ci ha un po’ limitato, non abbiamo potuto visitare nulla, né salire sul monte Misen, ma di certo è stato bellissimo vederla avvolta nella luce della sera, silenziosa e calma.

つづく

Daniela

Yamatologa per caso, traduttrice per passione, sognatrice di professione. Un vita in bilico tra Roma e il Giappone, e una passione per la fotografia, la cucina, i libri e i gatti.

3 Comments
  1. Quando sono in vacanza ho bisogno di una colazione abbondante, quella vegetariana mi sembra un po’ scarsina… Che bella Miyajima, io avrei voluto fermarmi almeno una notte (comunque la salita al Monte Misen, nonostante la funivia è una sfacchinata pazzesca, specialmente col caldo!)

    1. Sì, la colazione era un po’ scarsina, diciamo che ci ha aiutato molto il riso! Ovviamente, appena arrivati a Osaka ci siamo sfondati! 🙂
      Miyajima è veramente bella, e di sera ha un suo fascino particolare, però dopo una certa ora non c’è veramente nulla, non so neanche come abbiamo fatto a trovare quel ristorante ancora aperto! La salita al Misen me la lascio per la prossima volta, magari in autunno!! 😉

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