Oshōgatsu – Capodanno in Giappone

osechi ryori cucina di capodanno in giappone

Benritrovati a tutti quanti.

Anche quest’anno è ormai agli sgoccioli, e in Giappone ci si comincia a preparare per i festeggiamenti di Capodanno, cioè Oshōgatsu お正月, una delle feste giapponesi più importanti e sentite, paragonabile al nostro Natale.

Come si festeggia il Capodanno in Giappone? Quali sono le celebrazioni e le usanze tipiche del capodanno giapponese? Lo scopriamo oggi insieme.

I PREPARATIVI


Come si trascorre il nenmatsu 「年末」 cioè la fine dell’anno?

Questi sono i giorni in cui ci si prepara per accogliere nella maniera migliore il nuovo anno, infatti gli ultimi 3 giorni dell’anno sono dedicati all’Ooshōji 「大掃除」letteralmente “le grandi pulizie”, in cui ci si impegna in una pulizia generale e completa della casa: ovviamente il concetto alla base di queste faccende è il cominciare un nuovo anno senza portarsi dietro “lo sporco” di quello appena passato.

Inoltre, è bene che la casa sia pulita per accogliere al meglio il toshigami 「年神」, cioè la divinità dell’anno.

Tra gli altri preparativi di questi giorni, ci sono anche le “decorazioni” del nuovo anno, chiamate shimekazari 「標飾り」decorazioni in corda di paglia che vengono poste sulla porta di ingresso ad indicare che ora l’abitazione è purificata e pronta a dare il benvenuto alla divinità.

Altri addobbi tradizionali sono il kadomatsu,「門松」, cioè “il pino di ingresso”, una composizione di rami di pino e tronchi di bambù che viene posta a coppie davanti alla porta di casa per accogliere il toshigami. Solitamente questi addobbi vengono allestiti dopo Natale fino al 7 gennaio e sono considerati alloggi temporanei per il kami. Il kadomatsu in genere è costituito da rami di pino, bambù e, talvolta, rametti di ume, i fiori di pruno, i primi a schiudersi quando la neve dell’inverno ancora non si è sciolta, a significare il rinnovamento.

kadomatsu capodanno giapponese
Il Kadomatsu all’ingresso indica un alloggio temporaneo per il kami | Immagine tratta da muza-chan.net

Il pino è un sempreverde e simbolizza la continuità del tempo attraverso i cambiamenti dell’anno, e la fedeltà delle vecchie coppie che restano sempre unite, mentre il bambù si spinge sempre dritto verso il cielo, nonostante i suoi nodi, che rappresentano le difficoltà della vita.

Al toshigami viene consacrato l’altare chiamato toshidana (altare dell’anno) e vengono offerti gli okagami mochi 「お鏡餅」(mochi a forma di specchio): i dolci di riso glutinoso che vengono collocati sull’altare uno sopra l’altro e vengono ricoperti con frutta secca e con un tipo di arancia piccola e amare chiamata daidai 「橙,」 considerata di buon auspicio. (Daidai, infatti, scritto anche 代々, vuol dire generazione dopo generazione, quindi con un significato positivo di longevità).

Quali sono gli altri preparativi di fine anno?

Si finiscono di scrivere le nengajō 「年賀状」cioè le cartoline dell’anno nuovo, usate per scambiarsi gli auguri.

Queste cartoline non dovrebbero essere inviate a dicembre ma consegnate direttamente il 1 gennaio, tuttavia per ovviare al problema (non sarebbe facile farle recapitare nei giorni di festa) esistono delle apposite cassette della posta dove le persone possono imbucare le loro cartoline prima dell’inizio dell’anno nuovo. L’ufficio postale, poi, provvederà a consegnarle a partire dal 1 gennaio.

Le cartoline possono essere acquistate prestampate, con illustrato il segno dello zodiaco cinese dell’anno, altrimenti ci sono quelle stampate dalla Posta che sono bianche e a cui viene assegnato un numero della lotteria, la cui estrazione si verifica il 15 gennaio (giorno del “piccolo capodanno” secondo il calendario agrario). Queste cartoline sono chiamate Otoshidama nengajō 「お年玉年賀状」tuttavia, alla lotteria non si vincono soldi, ma diversi premi.

Nota: se si è in lutto per la perdita di qualche parente, non si inviano i nengajō, ma si manda, di solito a novembre, un mochū hagaki 「喪中葉書」per informare le persone che si è in lutto. E ovviamente, se si riceve questa cartolina da qualcuno, si evita di inviare un nengajō a quella persona.

A fine anno, secondo la tradizione, andrebbero anche preparate anche le pietanze per il Capodanno, cioè l’osechi ryōri 「お節料理」. Questo perché si ritiene che porti sfortuna cucinare durante lo shōgatsu sanganichi, quindi si cucina l’ultimo dell’anno per i giorni successivi, anche se ormai le persone tendono a comprare piatti osechi già pronti.

I FESTEGGIAMENTI E I PIATTI TRADIZIONALI


Il 31 dicembre, la vigilia di Capodanno, è chiamato Ōmisoka 「大晦日」. In questo giorno, si consumano i piatti tradizionali: se si vuole “superare l’anno”, toshi wo kosu 「年を越す」, bisogna mangiare la toshikoshi soba 「年越し蕎麦」, soba dell’anno nuovo, che va mangiata prima dell’1 gennaio.

Toshikoshi soba
La tipica toshikoshi soba di fine anno, da consumare rigorosamente entro la mezzanotte!

Poco prima di mezzanotte, ci si reca poi al tempio per il rituale del joya no kane 「除夜の鐘」, la campana di fine anno, che viene fatta rintoccare 108 volte, tante quanti i peccati dell’uomo.

Attraverso i 108 rintocchi delle campane ci liberiamo dai nostri 108 bonnō 「煩悩」desideri terreni, all’origine della sofferenza umana.

Una volta entrati nel nuovo anno, si può fare la prima visita al tempio, secondo la tradizione dello hatsumōde 「初詣」. Se ci si reca in un santuario shintoista, è tradizione comprare lo hamaya 「破魔矢」una freccia per scacciare tutti i mali dalla casa, che va appesa per tutto l’anno nell’angolo nord-est della casa, quello ritenuto più propenso a intrusioni maligne.

joya no kane

Il primo giorno dell’anno si mangiano i piatti tradizionali del Capodanno, Osechi ryōri 「お節料理」, una selezione di cibi tipici giapponesi che vengono serviti su un particolare contenitore laccato chiamato jūbako 「重箱」. Tutti gli alimenti che compongono lo osechi sono di buon auspicio, e hanno un significato di prosperità e longevità:  il gambero e l’alga kombu, simbolo di ricchezza e prosperità; l’orata è di buon auspicio; le uova di aringa, simbolo di fertilità; i fagioli neri di soia, simbolo di salute e propiziatori per il lavoro; il daikon, emblema di longevità; le castagne cotte con zucchero, simbolo di successo e prosperità.

Inoltre, è tradizione bere, in coppe speciali, un particolare tipo di sake speziato chiamato Toso, in origine una sorta di elisir che si riteneva in grado di guarire ogni malattia.

Infine, si mangia lo ozōni 「お雑煮」 letteralmente bollire diverse cose, una zuppa di mochi e altri ingredienti che variano a seconda della regione nella quale viene preparato. Si utilizzano i mochi perché tradizionalmente si ritiene che nutrirsi col riso conferisca agli uomini l’energia vitale necessaria per il proseguimento della vita.

Tra Shōgatsu e koshōgatsu (il piccolo capodanno) è collocata un’altra festa, il settimo giorno di gennaio, il jinjitsu, in occasione della quale si consuma una zuppa di riso condita con sette erbe diverse (七草粥 nanakusa-gayu), considerata di buon auspicio.

Buon anno nuovo!


Felice anno nuovo a tutti! Diciamo in italiano, ma in giapponese? Esistono due modi diversi di augurare un buon anno nuovo, prima di gennaio in giapponese di dice:

よいお年をお迎え下さい。

[Yoi otoshi wo omukae kudasai]

Passa un buon anno (nuovo), di solito ridotto al solo Yoi otoshi wo! Di solito questa frase viene utilizzata solo a dicembre, quando ci si congeda da qualcuno che pensiamo di non vedere più fino all’anno nuovo, di solito tra la metà e la fine del mese.

Questa formula quindi non va usata una volta che l’anno nuovo è iniziato, in quanto si dice:

 (新年)明けましておめでとうございます。

[(Shinnen) akemashite omedetou gozaimasu]

Buon anno nuovo!

Spero di non aver dimenticato nulla, a questo punto non mi resta che ringraziare tutti voi per il vostro sostegno e per avermi seguito quest’anno e vi auguro un felice anno nuovo! Un saluto e ci leggiamo l’anno prossimo! 🙂

よいお年を!

Daniela

Yamatologa per caso, traduttrice per passione, sognatrice di professione. Un vita in bilico tra Roma e il Giappone, e una passione per la fotografia, la cucina, i libri e i gatti.

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