Folklore e modi di dire: kitsune, la volpe

Riassunto delle puntate precedenti

Ho ormai dedicato svariati post ai modi di dire giapponesi che hanno come protagonisti gli animali, vedi quelli dedicati ai gatti (parte 1 e 2), alle rane e cavalli, ai cani e scimmie. E’ interessante vedere come nelle varie lingue e culture vengono percepiti i vari animali, e quali caratteristiche e significati vengono loro attribuiti.

Oggi vediamo un animale piuttosto ricorrente nel folclore giapponese, riconosciuto come essere dotato di una grande intelligenza e poteri speciali: la volpe, in giapponese kitsune 狐.
Nella mitologia giapponese la volpe è uno yōkai 妖怪, una creatura soprannaturale dotata di un grande ingegno e astuzia, in grado di vivere per molti anni e di sviluppare con l’età poteri soprannaturali, come la capacità di appiccare o sputare fuochi, creare illusioni e, più importante di tutti, l’abilità di cambiare aspetto ed assumere sembianze umane: per questo motivo viene considerato un animale ingannevole e furbo. Spesso le volpi nella mitologia assumono l’aspetto di bellissime donne.
Più una volpe è vecchia e potente, più code possiede: alcuni racconti popolari narrano che solamente le volpi ultracentenarie possano ambire al numero massimo di code, cioè nove. Quando la volpe ottiene la sua nona coda, il suo manto diviene di colore bianco o oro e prende il nome di kyūbi no kitsune (九尾の狐), cioè volpe a nove code; inoltre, acquisiscono doti di onniscienza e di saggezza infinita.

Se ci pensiamo, anche da noi la volpe viene considerata un animale dotato di una grande scaltrezza e intelligenza, basti pensare a quando diciamo di qualcuno che “è furbo come una volpe”, oppure lo definiamo “un volpone” o una “vecchia volpe”. Sicuramente possiamo trovare un’origine di queste presunte abilità attribuite alla volpe nelle care vecchie favole di Esopo, in cui appaiono diversi esempi di caratteristiche umane attribuite agli animali (la formica previdente, il lupo brutale, la volpe scaltra e adulatoria, come nella favola Il corvo e la volpe).

Vediamo quindi come la volpe, nell’immaginario popolare giapponese ma non solo, è l’animale scaltro e ingannevole per eccellenza, la cui furbizia e le cui doti di “magia” ingannano spesso l’essere umano.

狐の嫁入り
[Kitsune no yomeiri]

Si tratta di un modo di dire che significa letteralmente “il matrimonio (yomeiri) della volpe (kitsune)” ed è un modo di dire che si riferisce alla cosiddetta “pioggia a ciel sereno”.

KITSUNE YOMEIRI
L’immagine è tratta dalla pagina Facebook di Giappone mon amour

Quindi, quando si verifica questo fenomeno, e inizia a piovere con il sole, in Giappone si dice che la volpe si sposa: un evento raro e magico, quanto quello della pioggia a ciel sereno. La cosa interessante è che questo modo di dire non solo è presente anche in alcune zone d’Italia e in altri paesi, ma in generale nel mondo la pioggia con il sole è collegata all’immagine di un matrimonio tra animali: in Algeria e in Francia, ad esempio, sono i lupi a sposarsi, in Kenya si sposano le iene, in Bulgaria invece la volpe si sposa con un orso.

狐そば-うどん
[Kitsune soba-udon]

kitsune_soba

Si tratta di un piatto della cucina giapponese, una zuppa di soba o udon con abura age, cioè il tofu fritto: il nome deriva da una credenza popolare secondo la quale le volpi sarebbero ghiotte di questa pietanza. Come dar loro torto? 🙂

狐火
[kitsunebi]

KITSUNEBI
Immagine tratta da fanpop.com

La “volpe di fuoco” nel folclore giapponese è uno yōkai: secondo la leggenda, durante la notte, i kitsunebi possono apparire sotto forma di lanterne lampeggianti. L’espressione deriva da un’antica credenza secondo cui le volpi sputerebbero fuoco dalla bocca. Il kitsunebi appare di solito in luoghi di montagna lontano da strade trafficate, e con i loro bagliori sono accusati di attirare gli incauti viaggiatori, facendogli smarrire la strada. In italiano viene anche tradotto come fuoco fatuo.

狐につままれる
[kitsune ni tsumamareru]

KITSUNE TutumareruLetteralmente vuole dire “essere preso, posseduto da una volpe”. Questo modo di dire deriva dalla credenza secondo la quale le volpi, tra le varie capacità, avevano anche quelle di impossessarsi degli esseri umani, e si riferisce a qualcosa di inaspettato che ci accade, facendoci rimanere a bocca aperta. In italiano potremmo tradurlo con essere frastornato, perplesso o stupefatto.

E dopo esserci fatti ammaliare e ingannare dalle volpi, vi saluto! Alla prossima 🙂

Daniela

Yamatologa per caso, traduttrice per passione, sognatrice di professione. Un vita in bilico tra Roma e il Giappone, e una passione per la fotografia, la cucina, i libri e i gatti.

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