Le stagioni del Giappone

“Ma in Italia avete le 4 stagioni 四季」?”

“…” (Intenderà forse la pizza?)*

*dialogo realmente avvenuto qualche anno fa, annoverabile tra i miei gloriosi momenti di silenzio imbarazzato.

In molti, forse, si sono sentiti fare questa domanda, apparentemente piuttosto bizzarra. Quando me l’hanno fatta la prima volta, digressione sulla pizza a parte, mi sono chiesta quale fosse il senso di quella domanda. Ovvio che abbiamo le stagioni, quale paese non le ha, almeno dal punto di vista astronomico? Primavera, estate, autunno e inverno sono i nostri punti fissi, quelli che scandiscono l’anno, suddividendolo in quattro periodi ben distinti. E allora, di cosa stiamo parlando?

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Solo dopo diversi anni di frequentazione col Giappone ho iniziato a comprendere il senso delle stagioni per i giapponesi, stagioni che per certi versi, o almeno in alcune zone del paese, sono anche meno “definite” rispetto alle nostre (almeno parlo per Roma, qui il susseguirsi delle stagioni è qualcosa di ben percettibile, nonostante l’evergreen “non esistono più le mezze stagioni”). L’importanza che viene loro attribuita e la loro influenza sulla vita quotidiana ha origini che affondano nell’antichità, in quel Giappone agricolo che doveva seguire con attenzione il flusso delle stagioni, percependo ogni minimo cambiamento climatico, e ancora oggi è evidente in molteplici aspetti, come nella cucina, con la preparazione di piatti legati alla stagionalità degli alimenti, o nel packaging dei prodotti commercializzati, e persino nelle réclame pubblicitarie.

Lo scorrere delle stagioni è quindi una questione presa molto seriamente in Giappone, e questa costante attenzione al cambiamento del tempo è una cosa che dopo un po’ si assimila dai giapponesi. Fino a pochi anni fa nemmeno ci facevo troppo caso al susseguirsi delle stagioni, oggi invece mi è impossibile non notare come a febbraio, ad esempio, si inizi davvero a percepire la primavera, con il fiorire del mandorlo che è davanti il mio ufficio. Oppure, il cambiamento di luce e colori quando l’estate man mano sfuma verso i toni caldi dell’autunno. E il rumore delle cicale, che accompagna le estati non solo giapponesi, ma anche italiane. Insomma, è sufficiente prestare un poco più di attenzione verso il mondo che ci circonda, per iniziare a notare il flusso costante delle stagioni e del tempo che passa.

Eppure, l’importanza delle stagioni in Giappone non è dovuta solo a questo. Se ricordate, ve l’avevo già accennato nello scorso articolo, dedicato al setsubun (qui). Le stagioni del Giappone non sono solo quattro, ma molte di più, ognuna con una precisa caratteristica e che evidenzia un particolare momento del ciclo della natura. Infatti, secondo l’antico calendario, l’anno era suddiviso in 24 parti (setsu), chiamati anche termini solari, attraverso la fissazione di 24 momenti salienti (sekki), che servivano a delineare l’avanzare del tempo e delle stagioni, e che consentivano di sapere in ogni momento a quale punto ci si trovasse con la stagione. Così, mentre nella nostra cultura da sempre abbiamo coscienza di quattro posizioni fondamentali del sole (gli equinozi e i solstizi, che delimitano appunto le 4 stagioni), in Giappone e in Cina si individua una serie molta più fitta di posizioni del sole che si susseguono pressapoco ogni 15 giorni e che danno origine a stagioni bene individuate.

setsu1I setsu, a loro volta, sono suddivisi in altri 3 momenti che si susseguono all’incirca ogni 5 giorni, dando vita così a un calendario che si compone di 72 stagioni, ognuna delle quali ha una durata molto breve e che descrive in pieno i delicati e quasi impercettibili cambiamenti nella natura che si verificano costantemente intorno a noi. Il calendario strutturato in questo modo permetteva quindi di apprezzare non soltanto le caratteristiche salienti delle 4 stagioni, ma anche quei piccoli cambiamenti che accompagnano l’evoluzione di ogni singola stagione durante l’anno.

Ho scoperto giusto ieri questa nuova app, grazie al sito Prossime Fermate, dedicata alle 72 stagioni del Giappone, a cura dell’Utsukushii Kurashikata Institute (Beautiful Living Research Lab), che ha raccolto materiali riferiti al calendario antico come illustrazioni, haiku, foto: per ognuna delle 72 stagioni sono riuniti una serie di riferimenti relativi ai piccoli cambiamenti della natura. L’applicazione devo dire è sviluppata molto bene, prevede un calendario completo delle 72 stagioni, divise tra i vari setsu, mentre nella parte “Today’s season“, riporta la spiegazione dettagliata, con tanti interessanti riferimenti, della stagione nella quale ci troviamo.

(C) うつくしいくらしかた研究所
(C) うつくしいくらしかた研究所

Come sapete, il 4 febbraio siamo entrati nel Risshun (立春), l’inizio della primavera: siamo nel momento in cui il picco dell’inverno si è concluso e man mano ci avviciniamo alla stagione primaverile. Secondo l’antico calendario lunisolare, questo segnava l’inizio del nuovo Anno, e giusto ieri, 8 febbraio, si è celebrato il Capodanno Cinese, chiamato anche Festa della Primavera, di cui trovate un’interessante spiegazione sul sito Sakura Magazine. stagioni3

Tra il 9 e il 13 febbraio è la stagione dell’Uguisu naku 黄鶯睍睆, vale a dire del canto dell’usignolo, uccello simbolo della primavera, il cui canto si inizia a sentire nei villaggi di montagna proprio in questi giorni. Nell’applicazione viene spiegato il significato di questa stagione, riportando anche i piatti stagionali: l’aoyagi (o bakagai), un tipo di vongola, il komatsuna (chiamato anche uguisuna, proprio perché entra in stagione nel periodo del canto dell’usignolo), un tipo di verdura simile agli spinaci, e l’iyokan, un agrume della prefettura di Ehime. Viene ricordato anche il dolce di stagione, chiamato uguisu mochi, un dolce di farina di riso glutinoso con anko a forma di uccellino.

stagioni mochi
Uguisu mochi – Immagine tratta da Pinterest

Prima di salutarci, vi lascio i link dovete potete scaricare questa applicazione per godere  un po’ delle stagioni e dei piccoli cambiamenti della natura secondo l’antica tradizione giapponese 🙂

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Daniela

Yamatologa per caso, traduttrice per passione, sognatrice di professione. Un vita in bilico tra Roma e il Giappone, e una passione per la fotografia, la cucina, i libri e i gatti.

10 Comments
  1. Gentile Daniela, interessantissimo e approfondito questo post. Avevo già letto, da qualche parte, l’incanto delle “75 stagioni nipponiche”, questo delizioso e attento scrutare i segni della natura per seguire lo scorrere del tempo quanto più è possibile in armonia, ma devo dire che tu lo hai espresso in modo più puntuale e chiaro. Peccato che io non abbia molta dimestichezza con le applicazioni da cellulare, sono davvero molto arretrata, ma adorerei trovarne una da scaricare sul mio pc.
    Ad ogni modo, colgo l’occasione per chiederti – a proposito, invece, di feste – se ti è capitato di passare all’Istituto Giapponese di Cultura ultimamente. Hanno già allestito le bambole per l’Hina Matsuri, inoltre ti consiglio vivamente la piccola mostra dal tema Manga Hokusai Manga. Senza contare la rassegna del cinema sulle donne, che è appena iniziata e vale senza dubbio la pena.
    Resto in impaziente attesa del tuo prossimo post!!!
    Barbara – Roma

    1. Ciao Barbara, grazie mille per il tuo commento. Nel sito che ho indicato nell’articolo sono elencate le diverse stagioni, ma ahimé solo in giapponese. Non so se avrò modo di riportarle tutte, ma sicuramente cercherò di dedicare qualche articolo almeno ad alcune di esse. Ora ad esempio siamo nella stagione in cui i pesci escono dal ghiaccio, cioè quando le acque ghiacciate iniziano a sciogliersi e i pesci comiciano a saltare fuori dal ghiaccio 🙂
      Per quanto riguarda l’Istituto giapponese, ti confermo che le bambole per Hina Matsuri sono già state allestite, la mostra è davvero molto bella e fornisce degli spunti molto interessanti.
      A presto allora! 🙂

  2. Ciao Daniela.
    Mi ero incuriosito alla visione di un programma di libri presentato in tv oggi.
    Non avevo avuto modo di ascoltare la breve presentazione.
    Ho poi ricercato il tema esposto sulle
    stagioni in Giappone.
    Visto che mia moglie è giapponese ed è insegnante di Ikebana e cerimonia del Té mi confronto sempre sulla cultura Giapponese. Abbiamo dunque letto la tua descrizione introduttiva.
    Il grafico riportato insieme ad altre lettere sono Cinese antico.
    Queste tradizioni come Citi anche tu
    sono antichissime. Fanno parte del piccolo mondo ormai quasi sconosciuto dalle nuove
    generazioni Nipponiche. Non è certo semplice oggi comprendere tutto di una cultura così antica. Comunque è apprezzabile la tua passione e dedizione verso l’arte e la cultura Giapponese dove gli elementi della natura ne sono la madre.
    Grazie

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