Onsen tradizionali: viaggio a Takaragawa

Immagina di trovarti in un luogo totalmente immerso nella natura, lontano dalle luci e i rumori della metropoli, un luogo in cui il cielo, le montagne e il fiume si incontrano, e tutto intorno sembra essersi cristallizzato in un’epoca lontana. Spesso l’immagine del Giappone si collega inevitabilmente a quella di Tokyo, alla metropoli tentacolare, dalle luci al neon che va a mille all’ora, ma esiste un altro Giappone, quello che procede lentamente e in cui tutto sembra immutabile, in cui le foglie assumono tonalità di verde mai viste, e il cielo è più azzurro che mai, e tutto quello che percepisci intorno è il costante rumore del fiume.

Lo scrosciare incessante del fiume, è questo quello che più di tutto mi è rimasto impresso nella nostra giornata trascorsa alle Onsen Takaragawa, nella prefettura di Gunma. L’acqua scorre inarrestabile, sempre uguale, eppure mai la stessa, come nelle parole di Kamo no Chōmei, nei suoi Ricordi di un Eremo (Hōjōki), scritto nel 1212 :

Scorre incessante il fiume, e l’acqua non è mai la stessa. Nelle sacche, le bolle là si formano qui si dissolvono, non una di esse rimane per molto: così è per l’uomo e la sua abitazione.
[…] Per un uomo che muore al mattino, uno ne nasce la sera: così è di norma il nostro vivere e in questo sembra davvero semplice schiuma d’acqua.

 Ricordi di un Eremo (Traduzione di Francesca Fraccaro – Marsilio Editore)

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Takaragawa Onsen – giorno 4

La nostra mattinata inizia con un’abbondante colazione da Starbucks e con un giro alla stazione di Tokyo: alle 12.40 ci aspetta il treno che in circa un’ora e 15 minuti ci porterà fino alla stazione Jōmō-Kōgen, a Minakami. La città, sita tra i monti, a nord della prefettura di Gunma è famosa soprattutto per le sue terme, ma anche per i suoi impianti sciistici in inverno, e per le diverse attività all’aperto in estate (rafting, canyoning o escursioni tra le valli). Una zona in cui è possibile entrare veramente a contatto con la natura più selvaggia, quanto di più lontano dagli sfavillii di Tokyo.

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Sul nostro shinkansen ammiriamo il paesaggio cambiare sempre di più, man mano che ci allontaniamo dalla città: i palazzoni lasciano spazio alle case dai tetti bassi, fino ad arrivare in aperta campagna. Il viaggio è piuttosto comodo, come sempre sui treni giapponesi, mi piacerebbe avere più tempo da dedicare alla scoperta di questa zona, che sono sicura merita tanto, ma il nostro obiettivo è un altro: dobbiamo infatti raggiungere Takaragawa Onsen, una delle stazioni termali più celebri in Giappone. Alloggeremo a Osenkaku, l’unico ryokan della zona nel cuore delle montagne, che dispone di alcuni dei più grandi e famosi rotenburo「露天風呂」di tutto il paese: proprio qui, infatti, è stato girato Thermae Romae II, film demenzialissimo tratto dall’omonimo manga di Mari Yamazaki di cui vi ho parlato qui.

Arrivare fin quassù non è così difficile come può apparire, in realtà queste sono tra le terme più vicine e più facili da raggiungere da Tokyo, e dalla stazione di Jōmō-Kōgen, e da quella di Minakami, è attivo un servizio navetta messo a disposizione gratuitamente dal ryokan, che basta prenotare via mail.

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La navetta parte dalla stazione di Jōmō-Kōgen alle ore 14.00 e in 40 minuti ci porta al ryokan che ci ospiterà per la notte. Appena arrivati, ci fanno lasciare, come di consueto, le scarpe all’ingresso, che ci restituiranno direttamente il giorno dopo, e dopo averci fatto accomodare nella sala con una tazza di mugicha, ci fanno scegliere gli yukata che indosseremo durante il nostro soggiorno. Alle donne, inoltre, fanno prendere anche un asciugamano con bretelline che possono indossare nelle vasche esterne.

Infatti ho omesso un dettaglio importante. Tre dei quattro rotenburo del ryokan sono misti (mentre uno è riservato alle sole donne), quindi uomini e donne entrano insieme e come saprete ormai perfettamente, nelle terme giapponesi si entra completamente nudi. Tranne qui, dove viene consentito alle donne di coprirsi, e agli uomini… be’, diciamo un po’ meno (leggi: quasi nessun giapponese alle terme si copre).

La stazione termale è immensa, e si compone di 3 edifici: l’edificio principale, che risale al 1955, interamente costruito in legno di pino; l’edificio est, che è la parte più recente (risalente al 1966) e infine la dépendance, la parte più antica che risale al 1936, dove abbiamo dormito noi, completamente in legno. Le stanze affacciano tutte sul fiume, il cui scrosciare vi accompagnerà per tutto il soggiorno. La nostra stanza non è enorme, ma è comoda, e affaccia direttamente sul fiume: intorno a noi soltanto acqua, monti e cielo. Davvero l’ideale per staccare completamente la spina.

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Edificio Est
La dépendance
La dépendance

Dunque, superando un po’ di imbarazzo iniziale, ci avventuriamo per le vasche esterne: immergersi nell’acqua bollente circondati dalla natura più remota e selvaggia, sentire lentamente i muscoli rilassarsi, chiudere gli occhi e lasciarsi semplicemente cullare dal rumore dell’acqua. Pochi semplici movimenti, qui non c’è bisogno di altro, non c’è da affannarsi, muoversi, cercare: tutto quello di cui hai bisogno è già qui, goditi semplicemente il momento.

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Non so quanto a lungo siamo rimasti nelle vasche: il tempo è scivolato via senza che neanche ce ne accorgessimo, e con l’avvicinarsi della sera la gente inizia man mano ad andare via. I pochi avventori rimasti sono gli ospiti del ryokan, tra poco serviranno la cena, ormai nelle vasche non c’è quasi più nessuno.

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Rotemburo riservato alle donne

La cena ci viene servita in una bella sala dell’edificio principale, le pietanze sono come al solito tante, nella migliore tradizione kaiseki: non riconosco tutti i sapori e le consistenze, alcune cose sono buonissime, altre mi piacciono un po’ meno, ottimo il manzo e la tempura di verdure. Ci servono anche il brodo di orso, che è una specialità della zona. Il brodo a base di miso non è molto diverso da quello cui sono abituata, e nel brodo oltre alla carne (poca a dir la verità) ci sono anche dei mochi di farina (mi ero fatta dire il nome esatto, ma non lo ricordo più!). Non era male, ma non lo ricordo nemmeno come qualcosa di memorabile.

Dopo cena ci concediamo un altro bagno nelle vasche esterne: le onsen, infatti, sono aperte tutta la notte, non c’è molta luce, ma questo rende l’atmosfera ancora più suggestiva e unica. Immersi nell’acqua bollente e nel buio quasi totale, puoi solo concentrarti sulle tue sensazioni, e perdere lo sguardo nel cielo stellato, un cielo che rivedrò così soltanto a Shirakawa-go, e che ammetto erano anni che non vedevo. La vita di città assorbe tutto: energie, colori, cieli stellati, è bello riscoprire un contatto con la natura, con la parte più selvaggia della nostra esistenza.

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Durante la notte ci accompagna il costante suono dell’acqua che scorre, immutabile e sempre in cambiamento, un po’ come il tempo che scorre sempre uguale, eppure mai lo stesso.

La mattina ci alziamo presto, dopo la colazione ci attende la navetta che ci riporterà in stazione, lasciare questo luogo è un dispiacere, e la mattina indugiamo ad ammirare il panorama dalla nostra stanzetta proprio sopra il fiume. È stato davvero bello venire qui, una delle esperienze più incredibili del Giappone.

Consiglio sempre a chiunque voglia venire in Giappone di lasciarsi una giornata o metà giornata per godersi le tipiche onsen, una delle esperienze più belle da fare in Giappone, ma bisogna anche dire che quelle miste sono comunque un’esperienza forse non adatta a tutti. Non vi accadrà niente di strano, per carità, ma ognuno di noi ha un suo senso del pudore e della “nudità” che in Giappone è un po’ diverso da quanto comunemente accettato da noi. Non stupitevi, quindi, di vedere uomini totalmente nudi camminare tranquillamente davanti a voi. Questo ovviamente non vuole essere per scoraggiare nessuno, ma per avvertire, perché le terme vanno godute al meglio e se ci si deve sentire a disagio o in imbarazzo, probabilmente è consigliabile rivolgersi da qualche altra parte. Questo luogo comunque è magnifico, ha un’atmosfera leggermente decadente ma ricca di fascino, in grado veramente di portare in un Giappone d’altri tempi.

Informazioni utili:

Takaragawa Onsen Osenkaku si raggiunge da Tokyo piuttosto facilmente: dalla stazione di Tokyo potete prendere lo shinkansen Toki o Max Toki che in 66 minuti vi porta fino alla stazione di Jōmō-Kōgen [viaggio interamente coperto dal JRPass]. Da qui potete prendere la navetta messa a disposizione gratuitamente dal ryokan (da prenotare preventivamente). Altrimenti potete arrivare a Minakami da Tokyo passando per Takasaki, e da lì prendere un autobus che vi porterà fino a Takaragawa Onsen (1,050 Yen, 40 minuti).

L’ingresso giornaliero alle terme costa 1,500 Yen, e sono accessibili dalle 9.00 alle 17.00 (dopo le 16 si paga 1,000 Yen).

**Esiste la possibilità di fare un biglietto scontato che include il viaggio a/r in autobus e l’ingresso alle terme al costo di 2,780 Yen.

Politica tatuaggi: come tutte le terme tradizionali giapponesi, i tatuaggi non sono generalmente accettati. Ma c’è sempre un ma, grande quanto una casa. Se è vero che i tatuaggi non sono ben visti, è anche vero che nessun giapponese vi verrà mai a cacciare e in generale sono comunque tollerati. Questo ovviamente non vuol dire fate come volete che nessuno vi dirà mai nulla, anzi, ma ricordatevi solo di chiedere sempre prima di entrare. Noi ci siamo informati prima di partire con lo stesso ryokan in quanto mio marito ha un tatuaggio, anche se non molto grande. La risposta, alla giapponese, è stata la solita: “Non sono ammessi, ma se venite non c’è problema”. Quindi, se non avete tatuaggi enormi difficilmente incontrerete grosse resistenze, e probabilmente vi sarà semplicemente richiesto di coprirlo. Questo parlando in generale. Nel caso specifico, problemi non ne abbiamo avuti, non c’è stato neanche bisogno di coprirlo in effetti.

Daniela

Yamatologa per caso, traduttrice per passione, sognatrice di professione. Un vita in bilico tra Roma e il Giappone, e una passione per la fotografia, la cucina, i libri e i gatti.

3 Comments
  1. Ciao, se volessi prenotare solo l’onsen senza hotel è possibile? Per evitare di fare un viaggio a vuoto fino a la e magari scoprire una volta arrivati che è sold out quel giorno.
    Grazie in anticipo

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