#3cosegiapponesi di aprile

torno a vederli
e nella sera sono già frutti
i fiori di ciliegio
Yosa Buson (1716-1784)

Un altro aprile è passato, e con esso si è conclusa anche la stagione dello hanami, la contemplazione dei fiori di ciliegio, splendidi e fugaci, che ben rappresentano l’animo e la vita umana, in tutta la loro precarietà. Una visione fondamentale per comprendere l’animo giapponese, il concetto del wabi-sabi 「侘寂」 dell’accogliere con garbo la transitorietà delle cose e riconoscerne la bellezza nella loro autenticità e imperfezione.

Aprile per me è il mese in cui tutto si tinge di rosa, in cui vale la pena fermarsi per un momento per osservare la natura e la sua trasformazione: i colori più vividi, la luce diversa, i rami che da secchi si riempiono di gemme pronte a esplodere in tutta la loro bellezza. Prima non mi facevo mai caso allo scorrere delle stagioni e ai loro cambiamenti, e di questo retaggio non posso che ringraziare il Giappone e la sua particolare attenzione verso i più piccoli e impercettibili mutamenti stagionali (basti considerare il calendario tradizionale, diviso appunto in ben 72 micro-stagioni). Oltre a lasciarmi l’abitudine a inchinarmi anche al telefono (cosa che non riesco proprio a togliermi), il Giappone mi ha anche regalato questa piacevole consuetudine, quella di fermarmi un momento, per cogliere intorno a me la bellezza della natura che muta.

Marzo quindi, un mese infinito e lungo, con i suoi ultimi freddi, le piogge e i rami ancora spogli che via via hanno lasciato spazio ai nuovi fiori, al rosa dei ciliegi, la cui bellezza effimera dura solo pochi giorni: adesso il rosa ha lasciato spazio al verde brillante delle foglie, e con esso ci apprestiamo a iniziare un nuovo mese. Maggio, che in Giappone è portatore del periodo più lungo di festività che il paese conosce, vale a dire la Golden Week, che proprio in questi giorni sta permettendo a tanti giapponesi di riposare, stare in famiglia e viaggiare su e giù per il paese.

Aprile è scivolato via così in fretta, forse anche per i tanti ponti che il calendario quest’anno ci ha regalato, e io non sono riuscita a fare tutto quello che volevo, né a terminare gli articoli che giacevano tra le bozze e che avevo in programma di pubblicare entro la fine del mese. Spero che maggio mi regali più tempo per portare a termine quello che mi ero prefissata, nel frattempo come consuetudine da qualche tempo, ripercorro insieme a voi il mese appena trascorso tramite immagini di Instagram (dove mi trovate sempre come @tradgiappone) con le #3cosegiapponesi di aprile.

BOOKS

Quando cerco un momento tutto per me, per rilassarmi, non c’è niente di meglio di una tazza di tè verde (o come in questo caso, di un bel matcha latte, che ha il potere di farmi subito sentire in Giappone) e di un buon libro. Come lettura di aprile, ho scelto questo di Cees Nooteboom, Cerchi infiniti. Viaggi in Giappone. Edizioni Iperborea, traduzione di Laura Pignatti. Non ho ancora finito di leggerlo, spero quindi di poterne scrivere una recensione entro la fine del mese, ma di sicuro si tratta di una lettura che merita molto, per lo stile, evocativo e poetico, e per l’approccio così squisitamente culturale, che spesso manca nella letteratura di viaggio dedicata al Giappone. Il libro non è altro che una raccolta di racconti di viaggio in Giappone compiuti dall’autore nel corso di 40 anni, quindi la sua esperienza, le sue sensazioni e le difficoltà di comprensione verso un paese così diverso e lontano dalla cultura europea.

Si dà per scontato che uno trovi Tokyo orribile, ma non è stato affatto così. Io l’ho trovata meravigliosa, tutto l’ammasso barbarico di edifici che non finiscono mai, tutto l’orrore metropolitano, l’aberrante cancro edilizio che devasta il verde e in cui il traffico cerca di farsi strada in mille modi, il massiccio accumulo di volgarità periferiche; ogni cosa che per mia natura avrei dovuto trovare brutta partecipava a quell’eccitazione, perché la bruttezza schiacciante viene ogni volta spezzata da piccole forme di bellezza, piccole ricorrenti delizie: la grazia delle persone, il modo in cui i diversi tipi di pesce sono esposti nella vetrina di un ristorante, i piccoli oggetti su una scrivania, i pupazzetti in un grande magazzino, gli ideogrammi di un calendario, il concentrato di emozioni di un’esile piantina, l’estetica assoluta di un pezzetto di tonno crudo avvolto nel riso e nelle alghe, tutte quelle cose piccole e belle che sconfiggono e cancellano le grandi e brutte.

Cerchi Infiniti. Cees Nooteboom

GIAPPONE A ROMA

Lo hanami è una tradizione squisitamente giapponese che ormai da diverso tempo ha preso piede anche da noi, in Italia. Sempre più persone, infatti, si riuniscono sotto i ciliegi in fiore, per mangiare e ammirare la bellezza della fioritura e della natura, uno spettacolo che ormai non è più a solo appannaggio dei parchi più famosi del Giappone. A Roma questa tradizione si è consolidata da diverso tempo, e la location ideale (sebbene non l’unica) è rappresentata dalla bellissima passeggiata del Giappone, al laghetto dell’EUR. Un parco aperto a tutti, in cui è possibile trovare diverse varietà di ciliegi, molti dei quali regalati dalla città di Tokyo al momento dell’inaugurazione del parco (nel lontano 1959 alla presenza dell’allora primo ministro giapponese Nobusuke Kishi). Tempo fa vi ho portato con me a spasso sotto i sakura dell’EUR, trovate il post qui: Hanami romano, una passeggiata tra i ciliegi in fiore.

LIFE

L’anno scorso ho scattato una foto identica a questa: un tappeto di petali rosa e un piccolo sakura tra le dita. Se giochiamo a scova la differenze, quest’anno si nota una pancia un pochino più prominente 🙂

Ve l’ho accennato un paio di mesi fa, e nel frattempo qui si procede con la gravidanza e con l’avanzamento… panza. Mi chiedo sempre lì dentro cosa stia succedendo, calci violenti a parte che talvolta mi fanno pensare di aver concepito una futura calciatrice, oltre a farmi preoccupare dell’incolumità dei miei organi interni, e soprattutto mi domando quanto del Giappone vissuto e respirato (ma anche mangiato) in tutti questi mesi sia arrivato fin lì, oltre a come e se sarò in grado di armonizzare tutto quello che accadrà da qui a breve. Nel frattempo mi attende l’ultimo mese di lavoro, il peso comincia a farsi sentire e spero che questo periodo di pausa prima del lieto evento, mi aiuti a concentrarmi e a prepararmi a quello che mi attende.

Nel frattempo, anche per questo mese è tutto, prima di salutarvi, ci tengo a ricordarvi l’appuntamento di maggio con il nostro bookclub #LibroGiappone: Our little sister di Akimi Yoshida, lo state già leggendo? Vi aspettiamo per commentarlo dall’8 al 14 maggio! 🙂

Daniela

Yamatologa per caso, traduttrice per passione, sognatrice di professione. Un vita in bilico tra Roma e il Giappone, e una passione per la fotografia, la cucina, i libri e i gatti.

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