“Anche se si incontrassero più e più volte lo stesso anfitrione con gli stessi ospiti, non si riprodurrebbe mai lo stesso incontro. Perciò si considera un evento unico nella vita e ci si vede con quel sentimento nell’animo”.
Ichi-go-ichi-e「 一期一会」Una vita, un incontro.
Ogni incontro è un evento unico e irripetibile nella vita di ciascuno di noi, pertanto ogni occasione che ci si presenta davanti va sfruttata e apprezzata al massimo, perché potrebbe non capitarci mai più.
Questa idea di “incontro unico” è strettamente legata ai precetti della cerimonia del tè come sono stati trasmessi dal maestro Sen no Rikyū (a cui si attribuisce questa espressione). Il senso più profondo di questo modo di dire è legato alla caducità della vita e degli incontri che facciamo, che vanno quindi intesi come qualcosa di prezioso e irripetibile, concetti, questi, profondamente radicati nella cultura giapponese.
Ogni giorno è un buon giorno, di Morishita Noriko (traduzione di Laura Testaverde, edizioni Einaudi), è il #librogiappone che abbiamo selezionato per il mese di aprile, un piccolo libro che si legge molto facilmente, e fa molto bene al cuore, esattamente come una tazza di tè sorseggiata con calma, gustandola a fondo.
Quindici gioie che il tè mi ha insegnato, è il sottotitolo del romanzo.
Quindici come i quindici capitoli in cui è suddivisa la storia.
Essere qui e ora, trascorrere il proprio tempo affidandosi alla natura, concentrarsi sul momento presente.
È una lettura che ho trovato particolarmente adatta al periodo che stiamo vivendo, un modo per concentrarci sulla bellezza delle piccole cose che ci circondano, del qui e ora. Un concetto molto caro all’estetica giapponese del wabi sabi, che ispira la cerimonia del tè, e che si concentra sulla transitorietà della vita umana.
Sono tante piccole epifanie che costellano questo racconto, che non è altro che la storia di Noriko, voce narrante e protagonista, e del suo rapporto col tè, e di come si è sviluppato nel corso di una vita intera.
Prenditi il tuo tempo. Vivi il momento presente e non farti travolgere dalle distrazioni. Guarda il mondo intorno a te come se fosse la prima volta. Ascolta la natura, asseconda le stagioni.
Sforzarsi di vivere il presente, una realtà a cui oggi siamo giocoforza costretti, ma così difficile da applicare di solito, tesi come siamo tra la nostalgia di ciò che è stato e l’aspettativa sul futuro. Il tè invece insegna questo: a godere del momento presente, in quanto unico, e assaporare il cambiamento delle stagioni, il ciclo della natura, ma anche il ciclo della vita.
“Come la stanza del tè viene aperta e chiusa, così anche l’animo umano cambia in base alle stagioni: si apre, si chiude, si riapre… sono cicli che si ripetono come il respiro”.
Le stagioni che si ripetono, esattamente come i gesti che scandiscono il rituale del tè. La forma che diventa sostanza. In questo aspetto, ho trovato il romanzo un vero compendio di giapponesità pura. Una lettura ideale per abbandonare per un momento le nostre idee preconcette e i nostri limiti, svuotarci di quello che siamo e lasciare che sia il corpo e la mente a guidarci.
“Nei giorni di pioggia ascolta la pioggia. Stai qui con il corpo e con lo spirito. Assapora con tutto il cuore il momento attuale, usando i tuoi cinque sensi. In questo modo capirai. La strada per libertà è sempre qui e ora”.
Imparare a godere anche dei giorni di pioggia, dei giorni tristi e di “brutti”, ricordandoci che l’allegria e la gioia non esisterebbero senza il loro opposto, perché ogni giorno è un buon giorno.
Se vuoi scoprire qualcosa di più sulla storia del Chadō, la via del tè, ti segnalo questo vecchio post (dedicato a un altro #librogiappone che aveva a che fare con la cerimonia del tè). Qui, invece, trovi modi di dire ed espressioni giapponesi legate al tè.
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