Non è certo un segreto, che Tokyo sia la mia città del cuore.
Una megalopoli unica, un agglomerato urbano che permette di intravedere le tante sfaccettature del Giappone. Una città dalla storia lunghissima, che spero un giorno di potervi raccontare.
Tokyo ormai non rappresenta più un mistero per tantissime persone: i quartieri più turistici e noti negli ultimi anni sono stati presi d’assalto da un turismo non sempre particolarmente rispettoso (vedi anche alla voce Kyoto). Eppure, anche in una città come questa, è ancora possibile trovare degli anaba 「穴場」piccoli luoghi segreti, non ancora troppo conosciuti, da custodire con cura.
Da oggi quindi mi piacerebbe portarvi nella Tokyo meno conosciuta e turistica, alla ricerca di piccole perle da scoprire. Tokyo segreta forse è un parolone (oggigiorno di segreto, ahimè, è rimasto davvero poco), ma penso tuttavia che sia ancora possibile trovare degli aspetti più inediti e meno scontati di una città su cui ormai è stato scritto e detto di tutto.
Oggi dunque, vi porto nel quartiere Bunkyō, zona residenziale, sede di prestigiose università, in cui poter passeggiare lungo il fiume Kanda, e ammirare bellissimi giardini. Tra questi, ne scopriamo uno un po’ nascosto dal turismo di massa.
Il giardino dell’Hotel Chinzanso
Sulle rive del fiume Kanda, non lontano dal giardino Higo Hosokawa, sorge il lussuoso hotel Chinzanso (ex Four Season), la cui storia è lunga circa 700 anni. Qui, all’interno di questo meraviglioso hotel, si trova un bellissimo giardino che è accessibile liberamente dal pubblico, e sì, anche da coloro che non sono clienti dell’hotel. Noi siamo semplicemente entrati, abbiamo chiesto alla reception e ci hanno munito di una piccola cartina.
Già nel XIV secolo, questa zona era nota per le sue bellezze paesaggistiche, veniva infatti chiamata dalla gente Tsubakiyama, vale a dire la montagna delle camelie, che qui fiorivano rigogliose.
Durante l’epoca Edo (1603-1868) qui dove ora si trova l’hotel sorgeva l’antica residenza del clan dei Maeda, del feudo Kururi. Poi, nel 1878, in piena epoca Meiji (1868-1912) la proprietà passò a Yamagata Aritomo, uno degli uomini più potenti dell’epoca, samurai di Hagi, nella prefettura di Yamaguchi, che diventò due volte Primo Ministro, che qui fece costruire la sua magnifica villa con un giardino, ribattezzandola Chinzanso 「椿山荘」letteralmente, “la residenza del monte delle camelie“.
Questo giardino costituì uno dei tre grandi giardini che Yamagata fece realizzare, insieme al Murin’an a Kyoto e al Kokian a Odawara. Diverse figure politiche centrali, incluso l’imperatore Meiji, si riunirono proprio qui nella villa, per tenere incontri che avrebbero cambiato la storia del Giappone.
Nel 1918, la proprietà passò al barone Fujita Heitaro, importante uomo d’affari e politico del Kansai, presidente del gruppo Fujita, che rispettò le volontà di Yamagata di mantenere la proprietà inalterata. Tuttavia, fece alcune aggiunte al giardino, con l’arrivo di un piccolo santuario dedicato a Inari da Kyoto nel 1924, e di una pagoda a tre piani del periodo Muromachi (1336-1573) da Hiroshima, nel 1925.
Il giardino subì comunque danni piuttosto ingenti per via dei bombardamenti aerei, tuttavia fu in seguito restaurato, e arricchito con altre costruzioni. Nel dopoguerra, la proprietà passò a Fujita Kogyo che fece piantare più di diecimila alberi nel tentativo di ricreare un vero e proprio polmone verde, nel cuore di una Tokyo distrutta dai bombardamenti.
Nel novembre del 1952 fu inaugurato come ristorante (ancora oggi utilizzato come location per matrimoni), e a partire dal 1992 diventò un hotel, prima del gruppo Four Season, e poi a partire dal 2013 con il nome di Chinzanso.
Una piccola oasi verde nel cuore di Tokyo
Il giardino si sviluppa lungo un lieve pendio, e appena si entra si dimentica completamente di essere nel cuore della città. Si attraversa un ponte rosso e ci si trova circondati dal verde degli alberi (alcuni momiji erano ancora tinti di rosso a dicembre).
Il giardino sorge attorno allo stagno Yusuichi, ed è costellato da case da tè e vari punti di ristoro (che sono sorti nel dopoguerra), inoltre camminando nel giardino ci si può imbattere in alcune statuette nere rakan, che raffigurano i discepoli del Buddha storico, realizzate da Ito Jakuchu, pittore di epoca Edo, oltre che nelle statue delle Sette divinità della fortuna, che sono sparse per tutto il giardino (io sono riuscita a individuarne solo tre però!).
Si sale lungo una piccola collinetta, su cui è posta la pagoda, per poi di nuovo scendere, per imbattersi nella piccola cascata Gojo.
La residenza di Basho
Sul retro del Chinzanso, lungo una piccola via di scale si trova il luogo che si ritiene sia stato residenza del poeta Bashō, chiamata Sekiguchi Bashōan 「関口芭蕉庵」durante i suoi anni a Edo, dal 1677 al 1680, quando supervisionò i lavori dell’acquedotto di Kanda. Qui si trova la ricostruzione della sua residenza, mentre un breve percorso pedonale in pietra circonda lo stagno, e qui si trova la stele che riporta il celebre haiku del poeta che pare sia stato scritto qui:
Vecchio stagno
Una rana si tuffa
Rumore d’acqua
Si può accedere alla residenza gratuitamente, purtroppo però quando siamo stati essendo il periodo di Capodanno era chiusa, e non ho avuto modo di poter vedere questo piccolo angolo di mondo, in cui potersi immergere per un momento in un Giappone lontano nel tempo.
Una passeggiata lungo il fiume Kanda: un itinerario fuori dalle rotte più battute
Abbiamo passeggiato per questa zona in una tiepida mattina del 31 dicembre, poco prima dei festeggiamenti del nuovo anno. Siamo arrivati col tram, la vecchia linea Toden Arakawa, scendendo al capolinea a Waseda.
Da qui abbiamo fatto una passeggiata lungo il fiume Kanda, una tranquilla zona residenziale, in cui si sentiva solamente lento il fluire dell’acqua. Superato il giardino tradizionale Higo Hosokawa, anche questo visitabile gratuitamente, abbiamo preso una stretta scalinata e ci siamo ritrovati a salire per lieve pendio che ci conduce verso l’antica residenza di Bashō (purtroppo chiusa), e proseguendo siamo arrivati all’ingresso secondario dell’hotel Chinzanso, per visitare il suo giardino.
All’uscita, ci immergiamo nuovamente lungo le rive del fiume Kanda. Si tratta di un canale artificiale, che affluisce nel fiume Sumida e che attraversa le zone storiche della città. Il lungo fiume è costeggiato da diversi alberi di ciliegio: questo tratto, infatti, tra i ponti Ishikiri e Ryūkei, è considerato uno dei punti più belli per la fioritura dei sakura. Camminiamo sotto i ciliegi che ora sono spogli ma che a breve sbocceranno in tutto il loro splendore, e posso immaginare quanto il panorama diventi suggestivo durante la primavera.
Camminiamo a lungo costeggiando il fiume, spingendoci fino al parco Edogawa. Questa zona mi ha ricordato tantissimo Naka-meguro, ma con un fare più lento e rilassato.
Tutta quest’area è davvero bella da visitare, e può costituire un itinerario interessante per le vostre passeggiate in città, fuori dalle tappe più turistiche.
Come arrivare
Hotel Chinzanso
2-10-18 Sekiguchi Bunkyo-ku
L’ingresso è gratuito, e il giardino è visitabile sempre.
L’hotel si trova vicino all’università Waseda, e si può raggiungere facilmente in circa 10 minuti a piedi dalla fermata Edogawabashi, linea Yurakucho, Tokyo Metro. Il capolinea del tram della linea Toden Arakawa (Waseda) si trova a circa 5 minuti a piedi dall’ingresso del Chinzanso.
Che chicca! Se torneremo in Giappone una terza volta, non ce lo lasceremo sfuggire questo posto
Grazie ragazzi per il commento, sì ve lo consiglio, il giardino, ma anche tutta la passeggiata lungo il fiume Kanda, un angolo davvero inedito di Tokyo 🙂
Giornata fortunata oggi benchè a Mosca faccia freddo e piove a dirotto. Il caso ha voluto che in cerca di posti segreti del Giappone siano apparse le pagine di una Yamatologa (è la prima volta che ne incrocio una sul web ) e adesso conosco gli ideogrammi che esprimono un luogo segreto o anaba.
Prendo nota del giardino e dell’area del fiume Kanda; la mia lista comincia ad essere affollata: tra onsen segreti, gole e cascate immerse nella natura, botteghe di artigiani e monasteri di montagna circondati di aceri mi ci vorranno molti viaggi per riuscire a vederli tutti. Il Covid 19 rallenta questo genere di esplorazioni ma grazie comunque per la condivisione e gli imput culturali(haiku di BASHȰ).
Grazie a te per il bel commento, spero davvero il post ti sia stato d’ispirazione per future incursioni in Giappone. E’ un paese che merita tanto, e che richiede anche più viaggi per scoprirne tutte le sue sfumature! A presto!