Le marionette siamo noi, il palco sono i luoghi della vita di tutti i giorni, le bugie sono la verità, il sogno è la realtà… Il senso comune nel piccolo mondo che siamo abituati a guardare, dal punto di vista del mondo esterno non è altro che follia.
Le storie del negozio di bambole di Tsuhara Yasumi è il #librogiappone che abbiamo scelto per il mese di ottobre. Edito da Lindau, con la traduzione dal giapponese di Massimo Soumaré, è composto da sei racconti diversi che formano un breve romanzo (lo trovi su Amazon a 19,95 € / Kindle 14,99 €).
Cosa sono le bambole?
È quello che si domanda Mio, che ha appena ereditato dal nonno un vecchio negozio di bambole, il Tamasaka di Setagaya. Mio, trentenne, appena licenziata dall’agenzia pubblicitaria per cui lavorava, cercherà di rilanciare questa attività che appare ormai piuttosto obsoleta e polverosa per la realtà di oggi: chi ha ormai interesse per le bambole? Eppure, grazie all’aiuto di due ottimi artigiani, Tominaga e Shimura, il negozio avrà una piccola rinascita, grazie al servizio di riparazione delle bambole (e di orsacchiotti).
Giocattolo, oggetto del desiderio, compagnia silenziosa, oggetto transizionale. Sono tanti i significati che si possono attribuire alle bambole. Le loro fattezze umane ci ricordano le nostre debolezze, ci spaventano, spesso (infatti sono un grande classico degli horror), o ci trasmettono un senso di protezione e cura, come nei bambini piccoli, che possono usarle per replicare a loro volta le azioni che i genitori hanno compiuto su di loro.
“Le bambole sono dei sostituti?”
“Probabilmente. Perciò, pur essendo dotate di una consistenza solida, sembrano non raggiungibili davvero con le mani. Se le si osserva si diventa tristi. Tutti cercano di ricordare cosa ci sia al di là… quello che ci rammenta lo scenario originario in fondo al cuore. Questo comporta che i i film horror in cui si muovono da sole fanno morire di paura. Rappresentano l’incapacità di controllarci del tutto, una specie di manifestazione dell’inconscio. In parole povere, si ha l’impressione di essere vicini alla pazzia”.
Sei storie diverse, che utilizzano differenti stili letterari, indagando il ruolo e il potere delle bambole, e che ci forniscono anche una panoramica sulla tipologia di bambole esistenti (tradizionali giapponesi, o di origine occidentale).
Un ruolo simbolico, quello delle bambole, in cui proiettare impulsi e stati d’animo, che possono diventare riflesso del sé.
E il libro diventa l’occasione per narrare storie di anime da riparare, in cui la bambola si fa pretesto per svelare storie e sentimenti; per recuperare il passato o tentare di raccontare un presente difficile, ma lasciandoci con un po’ di speranza per il futuro.
Rimettere insieme i cocci, è un po’ il fine ultimo delle cose: il risultato non sarà mai uguale a prima, perché da una rottura si cambia inevitabilmente, ma può darci nuova linfa vitale.
Se hai letto il romanzo di Tsuharu Yasumi, Le storie del negozio di bambole, ti ricordo che puoi commentarlo su Instagram insieme a me e alle altre ragazze del bookclub, utilizzando l’hashtag #LibroGiappone puoi lasciare un commento qui o anche sul mio profilo IG, dove mi trovi come @tradurreilgiappone.