Maggio in Giappone. Sentiamo nell’aria gli odori e i colori della primavera che avanza, e che sempre più prepotentemente ci accompagna verso la calura dell’estate, con le sue giornate interminabili, e quella luce che sembra inondare ogni cosa, dandole un nuovo vigore.
Maggio, il cui nome tradizionale giapponese è「皐月」satsuki o 「早苗月」sanaetsuki, ed era conosciuto come “il mese della semina del riso”, quello che, appunto, ci introduce alla stagione estiva. Un mese speciale, che si apre con la Golden Week, un periodo intenso di festività, tra le più amate del Paese, che mette in movimento milioni di giapponesi, che possono per un istante tirare il fiato, ma anche un momento che per tante persone può rappresentare uno stallo, la fatica di maggio che si fa sentire.
L’inizio dell’estate.
Rikka「立夏」è uno dei 24 setsu che scandiscono il tempo e le stagioni giapponesi: una divisione dell’anno che affonda le sue radici nel Giappone rurale e che segue l’ellittica solare, individuando i più impercettibili cambiamenti della natura. Siamo a metà strada tra l’equinozio di primavera e il solstizio d’estate, con i primi caldi che fanno capolino, e il verde delle foglie nuove che acceca. Anche se la vera estate, inizierà soltanto al termine della stagione delle piogge.
È un mese di nuove e intense fioriture: sono i shibazakura, gli azzurri nemofilia, e i glicini e tulipani di inizio mese; ma sono anche gli iris rigogliosi, simbolo della festa dei bambini, e le azalee, richiamate nello stesso nome di maggio (satsuki).
Quando parliamo di stagioni e mesi giapponesi tradizionali, bisogna sempre considerare un lieve sfasamento temporale: il calendario lunare, infatti, è spostato in avanti, di circa 3-4 settimane rispetto all’attuale calendario gregoriano (introdotto in Giappone in piena epoca Meiji, nel 1873). L’antico calendario giapponese era infatti basato sulle fasi lunari, in cui i mesi duravano 28-29 giorni, e ogni anno si componeva di 12 mesi, mentre le stagioni erano calcolate attraverso l’ellittica del sole, suddivisa in 24 sezioni (i cosiddetti setsu) secondo la longitudine del sole, ed ognuna di queste sezioni identificava un preciso momento dell’anno, corrispondente ad una stagione.
Così, nel passato giapponese, i nomi dei mesi dell’anno richiamavano particolari eventi legati al clima, all’agricoltura o alla vita di tutti i giorni, ma non erano perfettamente corrispondenti all’attuale suddivisione dell’anno: il primo mese lunare, chiamato 「睦月」mutsuki, (“il mese dell’armonia”), coincideva all’incirca con la fine di gennaio/febbraio.
Tutta questa introduzione per dire che ciò che noi identifichiamo come 「五月」gogatsu, il quinto mese, e quindi maggio, per i giapponesi di una volta coincideva di fatto con la stagione delle piogge, vale a dire l’attuale giugno.
Oggi quindi facciamo un breve viaggio insieme, attraverso le parole legate a questo mese, che ci fa comprendere come l’attenzione alla natura e ai cambiamenti di stagione sia così radicata nella cultura, e nel sentire giapponese.
Le parole di maggio
1.Samidare 「五月雨」
Che vediamo utilizza i due kanji di maggio「五月」in un’altra lettura. Si tratta di un kigo, un termine stagionale legato all’estate, che indica appunto la pioggia di inizio estate (e ci rimanda a quel calendario tradizionale di cui parlavamo, secondo cui il quinto mese lunare corrispondeva all’attuale stagione delle piogge).
Questo termine viene impiegato anche nello Yojijukugo 「五月雨式」samidareshiki, che indica qualcosa che viene fatto in maniera “intermittente”, in italiano diremmo “a singhiozzo”, proprio come le piogge di inizio estate, che vanno e vengono, intervallate da quello che è la prossima parola…
2.Satsukibare 「五月晴れ」
Altro termine stagionale, che identifica le belle giornate di sole durante la stagione delle piogge, che ci ricorda l’imprevedibilità e l’incertezza legate a questo periodo, quando il tempo si diverte ad alternare giornate di pioggia a giorni di sole.
3.Satsukiyami 「五月闇」
Le notti durante la stagione delle piogge possono essere particolarmente buie. Questo, a causa delle nuvole che spesso oscurano il cielo in questo periodo: ed ecco che si esplica il senso di questo termine, che indica appunto le buie notti della stagione delle piogge.
4.Satsuki tsutsuji「五月ツツジ」
Sono le azalee (tsutsuji) di maggio: si tratta di una varietà che fiorisce sempre in questo periodo, all’incirca dalla fine di maggio fino a luglio, ed è diventata la fioritura simbolo di questo mese, tanto che lo stesso nome satsuki, rimanda direttamente al fiore. Il significato dell’azalea, secondo il linguaggio dei fiori giapponese, è quello di “modestia e pazienza”: le azalee bianche rappresentano il primo amore, mentre quelle rosse rappresentano l’amore felice.
5.Gogatsubyō 「五月病」
“La malattia di maggio“, un termine che identifica una caratteristica situazione di stanchezza e apatia che si riscontra frequentemente in questo particolare momento dell’anno. Ma diamo un po’ di contesto: marzo rappresenta la fine dell’anno fiscale in Giappone, questo significa che ad aprile solitamente si comincia un nuovo ciclo scolastico, oppure si inizia un nuovo lavoro, o si viene cambiati di ufficio. Si tratta quindi di un periodo di forte stress, in cui si è carichi delle aspettative legate al nuovo ambiente lavorativo oppure alla nuova scuola, e passato il periodo di festa della Golden Week, a tante persone capita di accusare frequenti sintomi di stanchezza e di ansia, legati alle difficoltà di adattamento alla nuova situazione.
6.Shoka 「初夏」
L’inizio dell’estate, che indica esattamente il periodo in cui ci troviamo ora.
È un termine che al suo interno ne racchiude altri, e che ci permette di comprendere un po’ meglio la suddivisione stagionale tradizionale. Indica infatti la prima parte dell’estate, ad essere più precisi, dal 5 maggio al 5 giugno, inglobando i due termini solari di Rikka, che segna l’inizio della stagione, e Shōman「小満」 (Le spighe si formano), termine solare (o micro-stagione) che va dal 21 maggio al 5 giugno.
7.Hachijū Hachiya 「八十八夜」
Letteralmente, ottantotto notti, vale a dire gli ottantotto giorni a partire dal primo giorno di primavera, che attualmente corrisponderebbe al 2 oppure al 3 maggio (quest’anno, 2021, è caduto il 1 maggio), che dovrebbe indicare il lasso di tempo oltre il quale non ci si aspetta più gelate. Si tratta quindi di un termine strettamente legato alla vita agricola, e che serviva appunto per capire quando iniziare la semina del riso, senza rischiare che questa venisse compromessa da gelate inattese.
Si lega anche al culto del tè, infatti l’inizio di maggio è la stagione del tè nuovo, e quindi questo rappresenta il momento più propizio per raccogliere le foglie di tè. Esiste anche il detto 「八十八夜に摘んだ新茶を飲むと病気にならない」cioè, se bevi il tè raccolto l’88° notte, non ti ammalerai.