La Tokyo di Haruki Murakami in 1Q84

store facade

Tokyo è una città di storie. Racconti di ogni giorno, o racconti fantastici, personaggi che si muovono tra le strade e i quartieri della metropoli tentacolare.

Continua il nostro viaggio nella Tokyo letteraria, e dopo aver fatto un salto nella Tokyo Meiji di Natsume Soseki, torniamo alla Tokyo contemporanea. Quella vista e vissuta da Haruki Murakami, uno dei più grandi narratori contemporanei del Giappone, in grado di raccontare come pochi altri la metropoli.

Sono numerosi i suoi romanzi che prendono vita tra le strade di questa città, tuttavia nell’itinerario della Tokyo letteraria di oggi, ho deciso di basarmi su uno dei suoi romanzi che più ho amato, 1Q84, romanzo in 3 volumi scritto tra il 2009 e il 2010, arrivato in Italia nel 2011-12 grazie alla splendida traduzione di Giorgio Amitrano.

Si tratta forse di una delle storie più complesse create da Murakami, in grado di dar vita a un universo distopico e alternativo in cui l’animo e i sentimenti umani vengono scandagliati a fondo grazie allo stile peculiare dell’autore, che riesce a trasportarci in mondi paralleli e inimmaginabili, in un viaggio tra sogno e realtà.

Quello che vi propongo oggi è un itinerario sulle tracce di 1Q84, e dei suoi protagonisti, Tengo e Aomame, tra quartieri di Tokyo che amo moltissimo.

(Disclaimer: l’itinerario è pensato per chi ha già letto il romanzo, sono pertanto presenti alcuni spoiler: non andare avanti con la lettura se ancora non hai letto il romanzo).

I luoghi del romanzo: itinerario di un giorno a Tokyo

L’itinerario di oggi ci conduce per alcune delle zone più popolari e amate dell’area ovest di Tokyo: possiamo iniziare la giornata in una delle caffetterie del quartiere di Sangenjaya, per poi, come la protagonista Aomame, fare un salto nel mondo di 1Q84. Concludiamo la giornata nel delizioso quartiere di Kōenji, cercando in cielo le due lune.

Non si lasci ingannare dalle apparenze. Di realtà ce n’è sempre una sola.

Il romanzo si apre con la Sinfonietta di Janáček. Siamo su un taxi, bloccati nel traffico della tangenziale n. 3. Più precisamente, ci troviamo nelll’area di Setagaya, quartiere a sud-ovest di Tokyo, attraversato dal fiume Tama, che lo separa da Kanagawa.

Il taxi su cui viaggia Aomame è bloccato all’altezza di Sangenjaya. Aomame ha lasciato il suo appartamento a Jiyugaoka e si sta recando a Shibuya: ha un importante lavoro da svolgere.

Partiremo da qui per il nostro itinerario nella Tokyo di Murakami.

SANGENJAYA • 三軒茶屋

Sangenjaya è un vivace quartiere residenziale (lo avevamo visto anche in occasione della lettura di Seni e Uova, di Mieko Kawakami), che si trova lungo linea Tōkyū Den’entoshi.

strada tokyo sangenjaya
Tratta da Tokyo Weekender

Come abbiamo visto, la narrazione si apre sulla tangenziale, la Metropolitan Expressway n.3. È qui che Aomame scivola attraverso le dimensioni ed entra nella realtà alternativa di 1Q84, nel momento in cui scende una scala di emergenza. Anche se non è esattamente come quello descritto nel libro, una scala del genere si trova a pochi minuti a piedi dalla stazione di Sangenjaya.

La strada tangenziale da cui Aomame accede nel mondo di 1Q84 | © Realdauerbrenner via Flickr

Ed è proprio dalla stazione che Aomame, con la linea Tokyu Shin-Tamagawa, si dirige verso Shibuya, dove deve portare a termine il suo lavoro.

SHIBUYA • 渋谷

Shibuya è senza dubbio uno dei quartieri più popolari di Tokyo, conosciuto come una mecca dello shopping e dell’intrattenimento, è qui che prendono vita le ultime tendenze della moda giapponese. Il quartiere non gioca un ruolo fondamentale nel romanzo, ma è qui che veniamo a conoscenza del lavoro di Aomame, che come una giustiziera si muove tra le strade del quartiere.

Lasciò il soprabito in un coin locker alla stazione di Shibuya restando in tailleur, e si avviò a passo svelto lungo la salita che portava all’hotel. Era un albergo di medio livello, non particolarmente lussuoso, ma efficiente, pulito e ben frequentato.

Siamo nella zona di Dōgenzaka, quartiere noto per i suoi Love Hotel e locali, e qui assistiamo al primo omicidio di Aomame: per uccidere un ricco uomo d’affari, si serve di un attrezzo particolare, una sorta di rompighiaccio, che tornerà più avanti nel corso del romanzo.

Dogenzaka è la strada principale di Shibuya

Spingendosi fino alla cima della collina, si arriva a Maruyamachō, che comparirà nel corso della storia più avanti: è qui infatti che l’amica poliziotta di Aomame, Yumi, verrà trovata uccisa, non lontano da un love hotel della zona ( La “Love Hotel Hill” di Maruyamachō è il punto focale di un altro famoso romanzo di Murakami, After Dark).

AKASAKA • 赤坂

Dopo aver finito il suo lavoro, Aomame camminò un po’, quindi prese un taxi e si fece portare a un albergo di Akasaka. Prima di tornare a casa e mettersi a dormire, aveva bisogno di distendere con l’alcol i nervi eccitati.

Nelle sue mani restava la sensazione di una vita che si estingue.

Akasaka è il quartiere degli hotel di lusso e dei ristoranti eleganti, un concentrato della Tokyo più sofisticata e ricca. È un quartiere che ricorre diverse volte nel corso della narrazione, è qui infatti in cui Aomame si reca spesso di notte per andare a caccia di uomini, da sola o con la sua amica Ayumi, una poliziotta conosciuta una sera in un bar di Roppongi. E, alla fine del romanzo, è qui che Aomame e Tengo trascorrono la notte insieme in un hotel, dopo aver fatto ritorno alla realtà del 1984. qui è dove si svolge una delle scene più importanti del romanzo: l’incontro di Aomame con il leader della setta Sakigake avviene infatti nell’ala principale dell’Hotel Okura, uno degli hotel più famosi e lussuosi di Tokyo.

HOTEL OKURA • ホテルオークラ

L’Hotel Okura è uno degli hotel più lussuosi di Tokyo, annoverato, insieme all’hotel Imperial e all’Hotel New Otani, come uno dei tre più importanti alberghi della capitale giapponese (御三家, gosanke, rifacendosi ai tre più importanti rami della famiglia Tokugawa, come si può leggere qui).

Nel romanzo di Murakami è proprio qui che Aomame si reca per incontrare, e uccidere, il Leader del Sakigake. Situato proprio accanto all’ambasciata degli Stati Uniti, si tratta dell’hotel che ha ospitato tutti i presidenti degli Stati Uniti, da Nixon, oltre ad altri capi di stato stranieri in occasione delle loro visite ufficiali in Giappone.

L’ala principale dell’hotel è stata costruita nel 1962 ed era considerata un capolavoro di architettura modernista; tuttavia, è stata demolita nel 2015. A seguito di un progetto di costruzione da 110 miliardi di yen, l’hotel ha aperto due nuove torri, per un totale di 508 camere, il 12 settembre 2019, cambiando nome con The Okura Tokyo.

L’hotel si raggiunge facilmente a piedi, in circa 10 minuti, dalla stazione Toranomon, dove passano i treni della Ginza Line (a 6 fermate dalla stazione di Shibuya).

SHINJUKU • 新宿

«Che cosa mi piace nella matematica? La matematica è come lo scorrere dell’acqua. Naturalmente le teorie sono numerose e abbastanza complicate, ma la logica fondamentale è molto semplice. Come l’acqua che scorre dall’alto verso il basso seguendo il percorso più breve, anche la matematica non ha che un unico flusso».

Parallelamente a Aomame e alla sua attività di killer si muove la vita di Tengo, giovane insegnante di matematica e aspirante scrittore a cui, durante un incontro con il suo editor Komatsu, viene affidato il compito di riscrivere il promettente romanzo di una ragazza di 17 anni.

Ci muoviamo quindi a Shinjuku, il cuore pulsante di Tokyo: all’incrocio tra percezione e realtà. Qui dove tutto sembra al di là della realtà e basta poco per sentirsi persi.

Fuori dall’uscita JR East si trova il Nakamuraya Cafe (3-26-3 Shinjuku), luogo in cui Tengo e Fukaeri, la giovanissima autrice de La crisalide d’aria, si incontrano per la prima volta. Qui i due protagonisti ordineranno linguine ai frutti di mare, pane e insalata e vino bianco. Ma in realtà, Nakamuraya è famoso soprattutto per il suo curry in stile indiano che può essere ordinato nel ristorante al piano seminterrato. Nato come panetteria nel 1901, negli anni successivi riscuoterà un notevole successo sfornando per la prima volta un panino dolce ripieno di crema pasticciera. Diventata quindi una pasticceria punto di riferimento in città, a partire dagli anni Venti aggiungerà al proprio menu altri piatti, tra cui il celebre curry indiano, le mooncake e i ravioli cinesi. Nel 2014, la società che gestisce l’attività ha ricostruito il negozio principale Nakamuraya di Shinjuku, e ha inaugurato il Nakamuraya Building, un edificio commerciale, dove al terzo piano è stato aperto anche un museo.

Proprio dall’altra parte della strada si trova la libreria Kinokuniya dove Tengo si ferma a comprare alcuni libri prima del suo incontro con Fukaeri.

Kinokuniya di Shinjuku è il primo punto vendita aperto (nel 1927) della celebre catena di librerie che oggi è presente in Giappone con oltre 60 punti vendita.

E nella storia di destini che si incrociano e sfiorano, è alla stazione di Shinjuku che Aomame torna a prendere le sue cose al coin locker dopo aver svolto la sua missione all’Hotel Okura.

Proprio dalla stazione di Shinjuku è possibile salire su un treno della linea JR Sobu per dirigersi in direzione ovest, verso Kōenji.

KOENJI • 高円寺

«E quando verrà domani, che mondo troveremo là fuori?»

– Nessuno può saperlo, – disse Fukaeri, leggendogli nel pensiero.

Siamo alla fine del secondo libro e Aomame, dopo l’omicidio del Leader, è costretta a scappare e nascondersi. E trova rifugio in un piccolo appartamento a Kōenji, nello stesso quartiere in cui, da ormai sette anni, vive anche Tengo, in un appartamento non lontano dalla stazione.

Koenji: foto tratta da Gotokyo.org

Buona parte del terzo e ultimo volume di 1Q84 si svolge proprio in questo quartiere nell’area di Suginami: è qui che i mondi paralleli di Tengo e Aomame si avvicinano inesorabilmente l’uno all’altro, entrambi risucchiati nell’universo parallelo di 1Q84 in cerca l’uno dell’altra.

L’appartamento di Tengo nel romanzo viene descritto a circa 200 metri da un supermercato Marusho di fronte a una strada principale e vicino a una scuola elementare. Molto probabilmente, si tratta di uno degli edifici di fronte a Kannana dori, che si trova soltanto un minuto a piedi dalla scuola elementare Suginami Daiyon.

Era una domenica tranquilla. Molte persone, richiamate dai raggi caldi del sole, erano andate nel piccolo parco, sull’altro lato della strada. Alcuni bambini giocavano nella buca con la sabbia, altri si facevano spingere dai genitori sull’altalena. Altri ancora salivano sullo scivolo.

La vita scorreva fluida, senza intoppi.

«Riuscirò, prima o poi, a far parte di un mondo tranquillo e normale come quello?»

Kōenji, nel quartiere Suginami, è una zona dall’atmosfera familiare e retrò, molto amato per i suoi negozi dell’usato. Qui durante il giorno è possibile dedicarsi allo shopping di abbigliamento usato e vintage: la maggior parte dei negozi si trova nella zona a sud della stazione, dove ci si può perdere tra botteghe e piccoli negozi dedicati all’usato e agli oggetti di seconda mano. Lo stesso quartiere mantiene la sua allure vintage: Kōenji, è stato uno dei pochi grandi quartieri di Tokyo ad evitare il massiccio boom edilizio dell’economia della bolla della fine degli anni ’80.

Fu allora che Aomame se ne accorse. Non era sola in quel momento a guardare la luna. Nel parco per bambini sul lato opposto alla strada vide un giovane. Era seduto in cima allo scivolo e, come lei, stava guardando nella stessa direzione. «Quell’uomo vede due lune come me, – pensò. Ne era istintivamente certa. – Non ci sono dubbi. Sta vedendo le stesse cose che vedo io. Riesce a vederle. “In questo mondo ci sono due lune. Ma non sono visibili da tutte le persone”, aveva detto il Leader».

Il parco giochi di Kōenji: immagine tratta da qui.

Due lune e un piccolo parco giochi di quartiere. È incredibile come un luogo così familiare e quotidiano, possa diventare un’immagine così fortemente iconica e riconoscibile.

È il parco con lo scivolo in cui Tengo nota per la prima volta le due lune e che si trova proprio di fronte l’appartamento di Aomame: il Kōenji Chūō Park è a soli 4 minuti a piedi a sud-est dalla stazione.

Basterà semplicemente osservarlo per sentirsi trascinati direttamente nelle atmosfere oniriche del romanzo, e a questo punto non resterà altro da fare che alzare gli occhi al cielo, in cerca delle due lune.

Daniela

Yamatologa per caso, traduttrice per passione, sognatrice di professione. Un vita in bilico tra Roma e il Giappone, e una passione per la fotografia, la cucina, i libri e i gatti.

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